Giuseppe Conte al Copasir, via al processo Lega su Russiagate e 007. Dal M5s nessuna domanda
È il giorno del “processo” di Giuseppe Conte al Copasir, ma nell’audizione al Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica sullo spinoso intreccio Russiagate-007, il premier troverà un alleato prezioso: il Movimento 5 Stelle.
Il Comitato parlamentare sui servizi è presieduto dal leghista Raffaele Volpi, che non risparmierà nulla al presidente chiedendo conto degli incontri autorizzati da Palazzo Chigi tra i vertici dei nostri Servizi segreti e il ministro americano William Barr che sta indagando per conto di Donald Trump sulle interferenze russe sulle elezioni Usa. I leghisti hanno preparato, come riporta il Fatto quotidiano, “una gragnuola di domande per l’avvocato”, che dovrà chiarire “quali ragioni hanno indotto il premier a mobilitare l’intelligence a Ferragosto mentre il suo governo era più che traballante”, senza avvertire né il ministro degli Interni allora in carica, Matteo Salvini, né quello della Giustizia Alfonso Bonafede. Il sospetto è molto politico: che Conte cioè abbia ceduto alle pressioni della Casa Bianca a fornire notizie sul professor Mifsud, uomo-chiave della spy story internazionale con agganci con la romana Link University e (pare) oggi sparito in Russia, in cambio di un appoggio mediatico e concreto alla sua riconferma a Palazzo Chigi.
Le coincidenze temporale, tra crisi, sfiducia, tweet di Trump a sostegno di “Giuseppi” e Conte Bis sono inquietanti. I 5 Stelle, che in questo intreccio sono stati spettatori (interessati, ma pur sempre spettatori e mai informati) pare non avranno alcuna domanda da porre a Conte, anche se la freddezza di queste settimane si esprime in commenti del tipo “ora dovrà chiarire”. Un po’ poco, per un caso che rischia di travolge il premier, il governo e lo stesso Movimento con conseguenze imprevedibili.