Bergonzoni: “Se la Lega vince in Emilia, a Roma crolla tutto”
“Le elezioni in Emilia-Romagna? Chiaro che non è una partita semplice.
Ma è la prima volta nella storia in cui possiamo farcela. Di certo se il centro-destra vincesse ci sarebbe uno scossone fortissimo”. In un’intervista al Quotidiano Nazionale, la senatrice leghista Lucia Bergonzoni professa ottimismo per le Regionali del prossimo 26 gennaio. Sottosegretario ai Beni culturali del Conte I, Bergonzoni dovrebbe guidare la coalizione di centro-destra che proverà a prendersi l’Emilia per la prima volta dal dopoguerra.
Per la parlamentare della Lega ci sono buone chances. “È chiaro che non è una partita semplice. Ma è la prima volta nella storia – ammette la senatrice – in cui possiamo vincere. Ce lo dicono le Europee, e ce lo dice l’ultimo sondaggio Swg del 7-14 settembre: la nostra coalizione è avanti”. Contrariamente a quanto sostenuto dal governatore emiliano Bonaccini, che si ricandida con il centro-sinistra per un secondo mandato. Ma sarà davvero lei la candidata del centro-destra? Lei fa spallucce: “Sono abituata a prendere con le pinze le frasi riportate dai giornali”. E sulle critiche di Giorgia Meloni che l’avrebbe definita una candidata “debole” glissa: “Non so se sia vero. Quando la incontro, non me lo dice mai. Sono abituata a prendere con le pinze le frasi dei giornali”.
Tuttavia, Lucia Bergonzoni è tutt’altro che debole. 42 anni compiuti il 18 settembre, è tra gli esponenti di spicco della Lega emiliana e nazionale. È a lei che Salvini si affida per organizzare la scalata a Palazzo Malvezzi. E al tempo stesso, forse, a Palazzo Chigi. Per la senatrice del Carroccio, infatti, “se il centrodestra vincesse in Emilia, ci sarebbe uno scossone fortissimo”. Ma non sarà facile. Non tanto per la forza del Pd, quanto per l’alleanza tra dem e 5 Stelle. Lei ribadisce di avere buone sensazioni: “Non so quanto il loro elettorato lo potrà digerire. Sicuramente – continua – sulla scelta del candidato, hanno più problemi loro di noi”.
Nel programma del centro-destra ci sono nuove risorse per la sanità (“La giunta Bonaccini ha tagliato tantissimo”) e case popolari agli italiani (“e agli stranieri che risiedano qui da almeno 10 anni”), ma la parola d’ordine è “sburocratizzare”. A causa del “terremoto, molte aziende hanno rinunciato ad avere i fondi per la ricostruzione perché le procedure erano troppo complesse”. Poi infrastrutture e sicurezza, un tema costato molto alla sinistra. “La sinistra ha fatto del negazionismo. Gli elettori l’hanno punita”.
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