Migranti morti in mare, Salvini: “Altri morti figli del buonismo”
Un altro naufragio nel Mar Mediterraneo. La politica dei porti aperti attuata dal governo giallorosso sta riportando l’Italia indietro di quattordici mesi: sono riprese le partenze dal Nord della Libia, hanno ricominciato a sbarcare nei porti siciliani le imbarcazioni delle organizzazioni non governative e si contano i primi morti in mare. “Questi morti sono figli del buonismo, del ‘c’è spazio per tutti’, dei porti aperti, del rinnovato entusiasmo degli scafisti”, ha denunciato Matteo Salvini in diretta su Facebook.
“I numeri degli sbarchi sono triplicati. Questi morti chi li piange? Chi ha permesso che si riaprissero i porti”. Salvini rinfaccia ai giallorossi tutte le mancanze che, in uno solo mese di governo, sono riusciti ad avere nella gestione dell’emergenza immigrazione. L’aver riaperto i porti, dopo quattordici mesi di lotta all’immigrazione clandestina, non ha solo fatto aumentare esponenzialmente gli sbarchi, ma ha causato l’ennesima strage in mare. Una strage che il leader del Carroccio imputa al “buonismo” della sinistra e dei Cinque Stelle che sono tornati ad adottare politiche buoniste per far ripartire il business dell’accoglienza. E così ci ritroviamo a contare il numero dei disperati che perdono la vita nel Mediterraneo.
La notte scorsa, prima che un barcone naufragasse in mare, a Lampedusa c’è stato un vero e proprio via vai. “C’erano addirittura gli elicotteri con le entrate e le uscite della Guardia Costiera, con decine di migranti arrivati e altre decine in arrivo”, ha sbottato Salvini. “Non si può andare avanti così”. In un solo mese il governo Conte ha di fatto vanificato il lavoro che per un anno e mezzo il leader del Carroccio ha portato avanti al Viminale. “Gli scafisti sono gli unici che stanno festeggiando…”, ha quindi incalzato nella speranza che a Roma “qualcuno si renda conto del disastro di aver triplicato gli sbarchi”. Per l’ex ministro dell’Interno, che oggi si trova a Trieste per un incontro in Questura, i rischi che oggi tocchiamo con mano nel Mediterraneo potrebbero vedersi, già nelle prossime settimane, anche in Friuli Venezia Giulia dove gli arrivi via terra sono già un problema. “Noi abbiamo cominciato un’operazione di alleggerimento, dei richiedenti asilo dal Friulia Venezia Giulia con più di mille persone”, ricorda il leader del Carroccio auspicando che nessuno al governo pensi di fermare tutto. “Altrimenti saranno problemi”.
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