Lampedusa, le ong “cavalcano” la tragedia “Fateci tornare subito in mare”
Il naufragio a poche miglia nautiche da Lampedusa, scatena nuovamente la polemica sulla gestione dei flussi migratori.
Il barchino che si è rovesciato questa notte con a bordo almeno 50 persone sta impegnando diverse unità di soccorso che stanno cercando di mettere in salvo tutti i migranti dispersi in mare. Per il momento i morti sono 10, altre 22 persone sono state portate a terra a Lampedusa, mentre sul fondo del mare, a circa 50 metri di profondità, si cercano i corpi dei dispersi. La procura di Agrigento si è già mossa sul fronte delle indagini e di fatto ha già aperto un fascicolo per omicidio colposo e naufragio. Ma in questa tragedia che si è consumata a largo dell’isola siciliana va sottolineato un altro aspetto. Le ong che operano nel Mediterraneo di fatto dopo il naufragio chiedono a gran voce di tornare in mare. La Open Arms questa mattina ha salvato circa 40 migranti, ma altre ong, come ad esempio Mediterranea, hanno le navi sotto sequestro in porto. I provvedimenti di fermo nascono dal dl Sicurezza, l’arma usata dall’ex ministro degli Interni, Salvini, per disinnescare i viaggi delle navi buoniste verso i nostri porti. Ma la tragedia di Lampedusa ha riaperto nuovamente il fronte ong. E a fare la voce grossa è proprio Mediterranea che chiede ai giallorossi dei porti aperti di togliere le ganasce alle navi: “Ancora una tragedia a poche miglia da Lampedusa: i corpi di due donne sono stati recuperati in mare, 22 superstiti e una trentina di dispersi, tra cui otto bambini, nel naufragio di un barcone. Otto bambini dispersi in mare. A poche miglia dalle coste europee. La situazione in mare è drammatica. Le partenze non si arrestano nonostante il meteo poco favorevole – prosegue
Mediterranea – sempre questa notte Proactiva Open Arms è intervenuta in soccorso di un altro barcone con 40 persone in zona Sar Maltese che adesso hanno bisogno di assistenza e di un porto sicuro di sbarco.
Nel Mare Mediterraneo mancano sufficienti soccorsi: liberate le nostre navi bloccate in porto da provvedimenti assurdi e illegittimi, liberate l’umanità. Fatelo subito”. Insomma Mediterranea usa la tragedia di Lampedusa per potre tornare ancora una volta in mare. Salvini, commentando quanto accaduto nella notte, ha messo nel mirino il governo Pd-M5s: “Altri morti annegati, figli del buonismo, figli del c’è spazio per tutti, figli della riapertura dei porti, del nuovo, rinnovato entusiasmo degli scafisti”. Le sue parole hanno però innescato le risposte dei buonisti e della Sinistra. Fratoianni di Sinistra Italiana-Leu attacca: “Di fronte alla tragedia di stanotte non c’è più spazio per gli sciacalli e gli ipocriti. Salvini per primo la smetta di parlare di questa strage, anche perché le parole nella sua bocca non sono dignitose e non sono sincere, dopo tutti i disastri morali e legislativo di cui è direttamente responsabile. Sbloccare le ong, è ora di salvare vite”. Insomma mentre si contano ancora una volta i morti, l’unico obiettivo delle ong è quello di criticare Salvini e di chiedere un ritorno in mare immediato.
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