Rischio stangata sul ticket per pagare i debiti con l’Ue
Le raccomandazioni della Commissione Europea per l’Italia agitano e non poco il governo.
L’avvio delle procedura d’infrazione da parte di Bruxelles a questo punto obbliga il governo a prendere alcune contromisure. La parola d’ordine di Di Maio e Salvini è una sola: “Quota 100 non si tocca, abbassare le tasse per ridurre il debito”. Ma dietro le quinte al Mef preparano i piani d’emergenza. E tra questi c’è anche una clausola di salvaguardia inserita nel “Nuovo patto della salute” che prevede lo stop allo stanziamento di due miliardi in più per il 2020 e di un miliardo e mezzo in più nel 2021 nel caso in cui sia necessario tutelare il bilancio dello Stato “valutando il quadr5o macroeconomico”. Una clausola che ha fatto scattare l’ira del ministro della Salute, Giulia Grillo: “In queste ore sta circolando una bozza del Nuovo Patto per la salute che contiene all’articolo 1 una clausola finanziaria che vincola l’incremento del Fondo previsto nella legge di bilancio 2019 (2 miliardi in più per il 2020 e 1,5 miliardi per il 2021) al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica e variazioni del quadro macroeconomico. Questa clausola per me è inaccettabile e voglio precisare che è stata voluta dagli uffici del Mef”.
Ma di fatto questa clausola, se attivata potrebbe avere parecchie conseguenze sulle tasche degli italiani. Nel “Nuovo Patto per la Salute” è previsto l’addio al superticket, come ricorda il Sole24Ore, che gli italiani pagano per le ricette mediche. Con i tagli previsti dal Mef questo potrebbe essere il primo tassello a rischio. Una mazzata sulle tasche di milioni di famiglie. Inoltre le sforbiciate sul Patto della Salute metterebbero a rischio anche le assunzioni di medici e infermieri. In questo caso la stangata colpirebbe in primo luogo le amministrazioni regionali in cerca di personale e in seconda battuta i pazienti che avrebbero prestazioni sanitarie in strutture sotto organico. Insomma la battaglia d’Europa passa anche dalla Sanità e soprattutto dalle tasche degli italiani. L’appuntamento principale da tenere d’occhio è l’Ecofin del 9 luglio. Lì potrebbe scattare già la procedura d’infrazione.
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