Scontro con il ministro Trenta: scoppia la grana Tofalo
Roma – Il sottosegretario alla Difesa, Angelo Tofalo, ha rassegnato ieri le sue dimissioni, dopo aver scritto un post al fulmicotone contro la collega pentastellata e suo ministro di riferimento, Elisabetta Trenta.
E il Movimento 5 Stelle sarebbe disposto ad accettarle, anche se Luigi Di Maio nella serata di ieri ha chiarito che a «decidere sarà il premier Conte». Le dichiarazioni pubbliche di Tofalo, secondo fonti interne, sarebbero «molto gravi e tutto il M5S ne prende le distanze. Si tratta – spiegano – di una iniziativa personale del sottosegretario».
Con la Lega al 34 per cento alle Europee si inizia, infatti, a vociferare della possibilità di un rimpasto di governo. E, insieme agli scricchiolii di certe poltrone, arrivano le prime stoccate tra colleghi pentastellati. Il fendente è stato lanciato ieri proprio da Tofalo che ha accusato la Trenta di fare scelte «incomprensibili e non coordinate politicamente». Tofalo affida lo sfogo al suo blog. Da una parte conferma il suo supporto a Luigi Di Maio, dall’altra gli chiede di «ritrovare lo smalto iniziale». Parte poi subito all’attacco della titolare del ministero di via XX Settembre. «Ho cercato per un anno di stare accanto al ministro Trenta – scrive – e di spiegarle che il nemico non è Salvini, o chissà chi altro, ma chi, all’interno dell’apparato, vuole continuare ad agire senza l’indirizzo e il controllo politico, purtroppo, consigliata male, ha deciso di fare valutazioni diverse». Insomma, liscia il pelo al vicepremier leghista, facendo capire che il problema sta nei collaboratori del ministro della Difesa, come lamentato da sempre dai militari, per poi proseguire: «Ad oggi, dopo un anno da sottosegretario, gran parte delle informazioni che ricevo per svolgere il mio lavoro non vengono dagli uffici preposti a coordinare le figure di vertice, ma da tutte le persone, e vi assicuro che sono tante, che mi hanno riconosciuto come un ragazzo dai valori ben saldi, una persona seria e appassionata che lavora per il bene del Paese. Così, però è troppo faticoso». Parla quindi di una situazione simile in altri ministeri e chiarisce: «Sono entrato nelle istituzioni per spezzare le catene dei vecchi poteri che ostacolano l’ammodernamento dello Stato e mi sono ritrovato nel mio dicastero ad assistere a incomprensibili scelte. Il tutto, purtroppo, a discapito del Paese».
Gli screzi tra Tofalo e la Trenta sono iniziati al tempo in cui la collega lo bacchettò per il video accusa in stile nazista agli uomini in divisa del Cocer. Un nodo che il sottosegretario si sarebbe legato al dito, un boccone amaro difficile da ingoiare. Ora, però, il limite sarebbe raggiunto, visti i continui sbagli del ministro. Ecco perché da casa Lega si penserebbe già a una sostituzione. Salvini, d’altronde, non ha mai negato di volere un ministro del Carroccio per le Forze armate.
In pole position per un’eventuale sostituzione della Trenta resta, al momento, il sottosegretario leghista Raffaele Volpi, uomo considerato molto più vicino all’istituzione oltre che ai bisogni dei militari. Una figura certamente meno pacifista, pro F-35, sempre pronta a tutelare i bisogni dei soldati e che non ha bisogno, per emergere, di esibirsi in balletti scatenati o di esporsi a faide interne di partito.
il giornale.it