La denuncia della Cgia: “Inps, Inail e alcuni ministeri pagano le imprese in ritardo”
L’Inps e l’Inail e metà dei ministeri pagano le imprese in ritardo violando, così, la legge. È quanto denuncia arriva la Cgia secondo cui, nel 2018, esiste un debito commerciale complessivo nei confronti dei fornitori pari a 157,2 milioni di euro.
Una situazione, questa, che fa balzare all’occhio una contraddizione. Come evidenziato dal coordinatore dell’Ufficio studi, Paolo Zabeo, “quando sono le imprese a ritardare il versamento dei contributi previdenziali o assicurativi, questi istituti sono solerti e intransigenti nel far scattare immediatamente le sanzioni e gli interessi di mora previsti dalla legge. Diversamente, quando sono chiamati a liquidare i propri fornitori, questa inflessibilità nel rispettare i tempi di pagamento viene inspiegabilmente meno. Al punto che sia l’Inps che l’Inail, l’anno scorso hanno liquidato le imprese in grave ritardo, violando i limiti stabiliti dalla normativa”.
Secondo l’indagine dell’Ufficio studi della stessa Cgia, che ha raccolto i dati relativi agli Indicatori di tempestività dei pagamenti (Itp) e l’ammontare dei debiti commerciali delle principali amministrazioni pubbliche, i risultati “sono impietosi“.
Lo scorso anno, infatti, l’Inps ha registrato un Itp pari a +10,13. Ciò significa che l’istituto ha liquidato i propri fornitori con oltre 10 giorni medi di ritardo rispetto a quanto previsto dalla legge in materia di tempi di pagamento. Tutto ciò ha contribuito a produrre un debito commerciale complessivo nei confronti dei fornitori pari a 157,2 milioni di euro. Cifra non certo trascurabile.
Per l’Inail, invece, l’Itp riferito al IV trimestre è stato pari a +54,45. L’istituto, in questo ultimo trimestre, ha saldato i propri fornitori con quasi due mesi di ritardo.
Una situazione che la Cgia ritiene inaccettabile anche in considerazione che a distanza di quasi 5 mesi l’Inail non abbia ancora pubblicato l’ammontare complessivo del debito maturato al 31 dicembre 2018, nonostante le amministrazioni pubbliche siano obbligate per legge a riportarlo nel proprio sito internet. Una “disattenzione” non isolata ma che si è verificata anche per gli anni 2016 e 2017.
Il segretario della Cgia, Renato Mason, ha affermato che “nonostante gli sforzi fatti in questi ultimi anni, a ricordarci che la situazione generale rimane ancora molto critica è la Commissione Europea che, nel dicembre del 2017, ha deciso di deferire il nostro Paese alla Corte di Giustizia dell’UE, ribadendo il sistematico ritardo con cui le Amministrazioni pubbliche italiane effettuano i pagamenti nelle transazioni commerciali in palese violazione delle norme europee in materia di pagamenti. Un malcostume tutto italiano che non ha eguali nel resto d’Europa”.
Secondo l’indagine della Cgia, l’Inps e l’Inail non sono le uniche amministrazioni ad aver violato la legge l’anno scorso. Quasi la metà dei ministeri, infatti, presenta un valore medio dell’Itp elevato. La situazione più critica riguarda il dicastero della Difesa che ha l’anno scorso ha liquidato i fornitori con 67 giorni di ritardo e ha maturato a fine anno ben 313,2 milioni di debiti.
Anche il ministero dell’Interno non è in regola. Il Viminale ha saldato le fatture dopo 60,9 giorni dalla scadenza e non ha ancora aggiornato il sito sull’ammontare complessivo dei debiti registrati negli ultimi 3 anni.
Il ministro delle Politiche agricole, invece, ha saldato le fatture con poco più di un mese di ritardo (Itp +32,82), creando un debito complessivo di quasi 55,6 milioni di euro
Viceversa, i più veloci a pagare sono stati il ministero dell’Istruzione (Itp -7,74), quello degli Esteri (-19,70) e della Giustizia (-27,38). In tutti questi 3 casi, addirittura, i pagamenti sono avvenuti prima della scadenza prevista per legge. Anche l’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione ha anticipato i pagamenti di quasi 13 giorni, azzerando tutti i debiti commerciali.
Tra le regioni, infine, la palma della peggiore pagatrice spetta alla Sicilia che presenta un Itp di +29,76 giorni e debiti per quasi 212 milioni di euro. Decisamente più virtuosa la Lombardia, con l’Itp medio del 2018 pari a -12,62 e al 31 dicembre non si registrava debiti nei confronti delle imprese fornitrici.
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