Ora anche Vodafone mette “in pausa” Huawei

Niente smartphone 5G Huawei in Gran Bretagna e Giappone. Due operatori del Regno Unito Vodafone e EE, ossia British Telecom, e due nipponici, KDDI e SoftBank, hanno già deciso di rinviare il lancio degli smartphone del brand cinese.

Tutto finchè non sarà chiaro il destino del sistema operativo Android, che Google ha deciso di non aggiornare più se montato su smartphone Huawei per assecondare la decisione del presidente Usa Donald Trump. Vero è che la mossa è stata congelata per 90 giorni, ma finchè il risultato finale non sarà chiaro le società di tlc non vogliono rischiare di trovarsi con i magazzini ricolmi di invendibili, perchè non aggionabii, smartphone Huawei. Il risultato è che il lancio della rete 5G verrà effettuato su smartphone concorrenti come Samsung o Lg in attesa di sviluppi. Il colosso fondato da Ren Zhengfei sta anche lavorando a un suo sistema operativo proprietario, ma non c’è dubbio che uscire da Android supportato da Google sia problematico.

Marc Allera, ad di EE, ha spiegato a Ft di «aver messo in pausa il lancio dei telefoni 5G di Huawei, non avendo la sicurezza del servizio necessaria per offrire contratti a lungo termine». In compenso però l’azienda continuerà ad utilizzare Huawei, insieme ad Ericsson, per la realizzazione della sua rete 5G, nonostante i divieti arrivati dal governo Trump. Dello stesso parere anche il ministro dell’economia francese Bruno Le Maire che non vuole colpire il produttore di apparati di rete mobile: essendo il leader nel settore è difficile metterlo al bando. Diversa invece la situazione sul fronte smartphone dove i produttori sono moltissimi. I cinesi però non staranno a guardare. Huawei è un gigante: utilizza quasi il 10% della produzione mondiale di semiconduttori e conta su un fatturato di 100 miliardi di dollari e 200mila dipendenti nel mondo. Senza contare che la Cina consuma circa il 60% della produzione mondiale di semiconduttori e le compagnie statunitensi ne forniscono quasi la metà. Inoltre le aziende tecnologiche statunitensi e cinesi sono molto legate tra loro nelle catene di approvvigionamento globali. Tanto che il produttore di chip britannico Arm ha dichiarato di non fornire più i suoi prodotti a Huawei perchè progettati negli Usa.

Insomma le relazioni sono complesse ed è probabile che le autorità cinesi reagiscano, ad esempio trattenendo le autorizzazioni doganali e cercando fonti alternative di approvvigionamento da imprese in altri Paesi come Corea, Taiwan, Giappone e Europa. Secondo gli analisti, il rischio maggiore è quello, nel lungo periodo, di veder divergere Stati Uniti e Cina su standard tecnologici importanti, mentre si contendono il primato e l’influenza economica. L’esito della battaglia è incerto, ma non c’è dubbio che Trump con i suoi divieti si stia prendendo una enorme responsabilità.

il giornale.it

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