Bari, i due candidati rom per il sindaco del Pd: come si godono i soldi di Di Maio
Corrono per il Partito Democratico, ma mostrano con orgoglio di fronte alle telecamere la loro tessera per il reddito di cittadinanza grillino. A Bari monta la polemica per la scelta del candidato dem, Antonio Decaro, di presentare nelle sue liste una coppia rom residente nel campo di Japigia. I due vivono in una baracca ai margini del capoluogo pugliese da una ventina d’ anni e sostengono di essere disoccupati.
O meglio, lui è presidente di una cooperativa da circa dieci anni, ma non dichiara redditi al fisco. Un profilo ideale per ottenere il sussidio voluto dal Movimento Cinquestelle. Questa storia, tuttavia, ha creato qualche malumore in città: sui social network sono comparsi insulti e accuse, tanto che alcuni esponenti del centrosinistra hanno depositato un esposto in Questura per «commenti calunniosi, offensivi, e minacciosi verso la comunità Rom».
Nel tentativo di superare i presunti pregiudizi, Dainef e Ligia Tomescu hanno quindi realizzato un video, girato nella loro baracca, per spiegare le ragioni per le quali ritengono di poter dare molto alla politica locale: «Sono nato in Romania nel 1966», racconta lui, «Appartengo alla minoranza Rom. Mi sono trasferito a Bari nel 1999 con mia moglie Ligia e i miei figli per motivi di sopravvivenza economica. Vivo nel campo rom di Bari Japigia del Comune di Bari dal 2005 dove sono responsabile».
Come il marito, anche Ligia si racconta: «Sono nata in Romania e vivo da 20 anni a Bari. Ho conseguito con orgoglio da adulta la licenza media che mi ha permesso di essere apprezzata e di diffondere la cultura rom tra gli studenti della scuola serale. Mi candido al consiglio comunale di Bari perché sento di appartenere a questa città e desidero impegnarmi per essere al fianco delle tante donne invisibili per un loro riscatto civile e sociale».
In attesa del suddetto riscatto (e di trovare un’ occupazione che consenta ai due di uscire dal programma statale per i nullatenenti), i nomadi hanno preparato una loro piattaforma politica, che prevede «Il no secco a sgomberi senza soluzioni alternative», ovvero, stop alle ruspe di Salvini. E soprattutto «il superamento della dimensione del campo con soluzioni diversificate e condivise (Modello dell’ Housing first: prima di tutto la casa)», cioè casa gratis per tutti. «Sapranno i baresi», si chiedono i candidati, «cogliere lo sforzo di queste nuova occasione nello scenario politico elettorale senza pregiudizi e discriminazioni?». Per ora sono arrivati soltanto insulti.
di D.P.