I sei ultrà pro immigrazione dietro l’attacco Onu a Salvini
Dietro l’ultimo assalto delle Nazioni Unite all’Italia ci sono sei ultrà dell’accoglienza, professionisti dell’immigrazione che non vedono di buon occhio le politiche restrittive messe in atto da Matteo Salvini.
I loro nomi non sono noti ai più, ma hanno tutti quanti un passato impegnato a favorire le frontiere aperte e la libera circolazione delle persone da un Paese all’altro. La scorsa settimana hanno firmato una lettera che chiede al governo italiano di ritirare le direttive del Viminale sulle operazioni di salvataggio in mare e di interrompere immediatamente l’iter di approvazione del decreto Sicurezza bis.
La lettera dell’Onu, pubblicata in versione integrale sul sito della ong Mediterranea Saving Humans (leggi qui), è un attacco durissimo al governo italiano e, in modo particolare, a Salvini accusato, senza troppi giri di parole di mettere “a rischio i loro diritti umani, inclusi i richiedenti asilo”, di fomentare “il clima di ostilità e xenofobia” e di violare “le convenzioni internazionali”. Le undici pagine sono state inviate dal capo delle Special Procedures dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani, Beatriz Balbin, all’ambasciatore italiano alle Nazioni Unite, Gian Lorenzo Cornado, affinché la trasmetta al ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi. L’obiettivo è fare pressioni sull’esecutivo proprio metre questo sta limando il decreto Sicurezza bis che introduce sanzioni e confisca per le imbarcazioni che per salvare gli immigrati violano i divieti imposti dal nostro Paese (leggi qui la bozza). “È stato ampiamente documentato in diversi report dell’Onu che i migranti in Libia sono soggetti ad abusi, torture, omicidi e stupri – scrive l’Alto Commissariato – quindi la Libia non può essere considerata un place of safety (porto sicuro, ndr) per lo sbarco”.
Quella inviata dall’Onu lo scorso 15 maggio non è la prima comunicazione ufficiale contro l’Italia. Già nel 2018 erano stati fatti due richiami, sempre sul tema dell’immigrazione. Quello che stupisce sono i nomi dei sei firmatari. Non si tratta di funzionari super partes ma di veri e propri professionisti dell’immigrazione che tifano per i porti aperti e che vorrebbero che le navi delle ong tornassero a solcare i mari per evitare che la Marina Militare libica fermi le partenze riportando indietro i clandestini che si imbarcano alla volta delle coste italiane. Tra questi troviano Michel Forst, membro della ong “Front Line Defenders” che ha sede a Dublino; Maria Grazia Giammarinaro, ex capo dell’ufficio legislativo e consigliere del ministro per le Pari opportunità dal 1996 al 2001 con Anna Finocchiaro (Pds); Laura Balbo della Federazione dei Verdi; Katia Bellillo, che ha un passato nei Comunisti italiani e poi nel Partito democratico; Felipe González Morales; Nils Melzer; E. Tendayi Achiume e Obiora C. Okafor. Con un colpo a gamba tesa senza precedenti, hano chiesto apertamente all’esecutivo gialloverde di “fermare immediatamente il processo di approvazione del decreto Sicurezza bis”. Un’ingerenza senza precedenti che mina, ancora una volta, l’imparzialità delle Nazioni Unite.
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