Lotta spietata alla criminalità. Ecco tutti i provvedimenti del governo contro la mafia nigeriana. Grande vittoria!
Fratelli d’Italia esulta per due motivi: non solo perché ieri alla Camera sono riusciti ad allontanare lo spettro del Global Compact, ma hanno anche visto l’approvazione di alcuni importanti provvedimenti per la lotta contro la criminalità organizzata nigeriana.
Approvando la mozione presentata da Francesco Lollobrigida, il governo si è infatti impegnato a non sottoscrivere il documento redatto dall’Onu, accettando anche di mettere in atto alcune disposizioni proposte dal partito di Giorgia Meloni per combattere il fenomeno sempre più dilagante delle associazioni nigeriane.
Si arriva dunque finalmente a parlare di mafia nigeriana. Un gruppo criminale divenuto oramai una realtà nel nostro Paese, composto da soggetti altamente pericolosi, spietati e disposti a tutto. Per quanto siano ancora in molti a voler negare l’evidenza, si hanno quasi quotidianamente prove della sua esistenza.
Documenti ufficiali alla mano, i membri di Fratelli d’Italia hanno ricordato che, “secondo alcune stime, gli affiliati alla mafia nigeriana in Italia sarebbero 100mila e costituiscono un gruppo ramificato e potente, che rappresenta una seria minaccia all’ordine pubblico e al vivere civile”.
Finisco nel mirino, in particolare, la cellula mafiosa scoperta all’interno del Cara di Mineo dalla procura di Catania, ed anche la situazione di Castel Volturno, oramai in ostaggio dei criminali africani.
I gruppi criminali, in Italia da più di 20 anni, hanno a disposizione un vero e proprio esercito di immigrati, per la gran parte irregolare, su cui contare come manovalanza”.
Fra i traffici illeciti, non soltanto lo spaccio di sostanze stupefacenti, ma anche la vendita di organi e la prostituzione.
Ecco perché le forze dell’ordine saranno accompagnate nell’arduo lavoro di controlli ed indagini a tappeto da sezioni specializzate presso le procure antimafia, dedicate proprio al contrasto alle mafie straniere attive sul territorio nazionale.
Un passo in più!
Fonte: Il Giornale