Bomba, l’ultima della Ong: “applichiamo ai migranti gli stessi diritti degli europei”. In arrivo una tempesta in mare.
La nave Alan Kurdi è diretta verso Malta.
Dopo le varie polemiche, il rifiuto dell’invito delle autorità italiane a far sbarcare donne e bambini e la volontà della Merkel di trovare soluzioni europee, la nave attende altre istruzioni.
“La decisione del capitano di dirigere la nave verso Malta è stata il risultato di consultazioni con le autorità tedesche dalle quali non ci sembrava emergere la possibilità di fare sbarcare in Italia le persone salvate”, ha dichiarato Carlotta Weibl, portavoce di Sea-Eye.
Sfidando poi il governo italiano, ha tirato fuori una nuova teoria:
“Nei recenti casi di salvataggio, lo sbarco è diventato subordinato al raggiungimento di accordi politici tra gli stati membri dell’UE. Persino l’evacuazione umanitaria di persone particolarmente vulnerabili a bordo è stata subordinata al raggiungimento di un accordo. Denunciamo con forza questo approccio e chiediamo all’Italia di applicare ai rifugiati e ai migranti gli stessi diritti umani garantiti ai cittadini europei. Queste persone sono naufraghi e non dovrebbero essere trattate diversamente, non dovrebbero essere classificate in base al loro status giuridico come migranti: in mare non c’è migrante, banchiere o idraulico: ci sono solo persone”.
E ancora: “Sessantaquattro persone, sommate ai 17 membri dell’equipaggio, superano la capacità di trasporto della Alan Kurdi. Tuttavia, chiunque è più al sicuro sulla nostra nave che su un gommone che affonda. Da un punto di vista legale non può esserci alcuna discussione sul nostro obbligo al salvataggio“.
Dopodichè narra le tristi e difficili condizioni dei migranti a bordo, che dovranno affrontare una tempesta in arrivo e che li metterà a dura pova, data la fragilità di tutti.
Il ritardo dello sbarco, a prescindere da tutto, riflette un sistema europeo che non funziona e al quale occorre porre il giusto rimedio.
Attendiamo ulteriori news.
Fonte: IlGiornale