Dl crescita, arrivano gli sconti Imu
Otto capitoli e misure fiscali finalizzate alla crescita economica del Paese, al Sud, alla tutela del “Made in Italy” e al rilancio degli investimenti. Secondo quanto riportato da AdnKronos, la bozza del decreto legge crescita contiene anche queste misure.
Ma il provvedimento con cui l’esecutivo giallo-verde intende migliorare lo stato di salute dell’economia italiana comprende anche interventi per la semplificazione e la promozione del sistema produttivo, misure in materia di energia e per promuovere l’internazionalizzazione delle imprese e gli investimenti.
La prima casa
Nel provvedimento, sarebbero destinate nuove risorse al Fondo di garanzia per la prima casa. Il rifinanziamento, infatti, ammonta a 200 milioni nel 2019 e la misura prevede la riduzione degli accantonamenti a copertura del rischio, passando dal 10% all’8% dell’importo garantito.
Valorizzazione edilizia
Previsto anche un bonus per la valorizzazione dell’edilizia: le imprese di costruzioni o di ristrutturazione immobiliare che comprano, entro i successivi 10 anni, demoliscono e ricostruiscono l’edificio possono beneficiare di diversi incentivi. Una tantum di 200 euro per l’imposta di registro e le imposte ipotecaria e catastale e la possibilità di variazione volumetrica e alienazione rispetto al fabbricato preesistente. Come riportato da Repubblica, “Certificato che la mini-Ires era una buona idea ma non sta funzionando, sentite Confartigianato e Confindustria”: il governo sta mettendo a punto con il decreto crescita un pacchetto di interventi che porterà “a una semplificazione della mini-Ires con uno sconto più basso ma per tutti, al ripristino del superammortamento e ad alzare” probabilmente al 50% “la deducibilità dell’Imu sui capannoni”, ha detto il viceministro all’Economia, Massimo Garavaglia, spiegando che il provvedimento dovrebbe arrivare sul tavolo del Cdm venerdì prossimo.
I contributi (virtuosi) ai comuni
Secondo quanto contento nell’articolo “Contributi ai comuni per interventi di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile”, il ministero dello Sviluppo economico può procedere all’assegnazione automatica, in favore delle amministrazioni comunali, di contributi, nel limite massimo di 600 milioni di euro per il 2019. Interventi e forniture dovranno essere avviati entro il prossimo 15 ottobre. Le risorse, poi, dovranno essere destinate alla realizzazione di progetti per l’efficientamento dell’illuminazione pubblica, per il risparmio energetico negli edifici pubblici, per l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Gli enti locali dovranno utilizzare le risorse anche per lo sviluppo territoriale sostenibile (come la messa in sicurezza e l’adeguamento di scuole ed edifici pubblici), per l’abbattimento di barriere architettoniche e per progetti legati alla mobilità sostenibile.
L’avvio delle “Sis”
Nasceranno anche le “Società di investimento semplice”, che potranno investire esclusivamente in start-up non quotate e potranno, quindi, beneficiare del vantaggio fiscale dell’esenzione dalle tasse dell’esenzione dalle tasse dei redditi di capitale. Queste nuove società si costituiranno con capitale fino a 25 milioni. La nuova forma giuridica, come si legge nella bozza, ha come “oggetto esclusivo l’investimento collettivo del patrimonio raccolto in Pmi non quotate su mercati regolamentati” che si trovano nella fase “di sperimentazione, di costituzione e di avvio dell’attività”. E, quindi, di startup.
Incentivi alle imprese
Arriveranno anche incentivi per quelle imprese che si finanziano attraverso canali alternativi, rispetto alla forma consueta di prestito bancario, come l’emissione di obbligazioni. Questa misura punta a sostenere progetti di sviluppo aziendale, un contenuto strategico per il sostegno alla crescita e alla competitività del Paese. Le risorse ammontano a 70 milioni di euro.
L’aiuto al Sud
Nella bozza è dedicato un capitolo alla “Semplificiazione ed efficientamento dei processi di programmazione, vigilanza e attuazione degli interventi finanziati dal Fondo per lo sviluppo e la coesione territoriale e Fondo rotazione”. L’idea è quella di presentare al Cipe un unico piano operativo, con modalità di gestione e monitoraggio. Per finanziare l’operazione, prevista l’istituzione del Fondo per la progettazione degli interventi infrastrutturali.
Più incentivi alle Zone economiche speciali
I fondi pensati per le “Zone economiche speciali” non sembrano essere sufficienti. I nuovi incentivi saranno da finanziare attraverso il “Piano grandi investimenti-Zes”, con una dotazione di 300 milioni nel biennio 2019-2020. La norma prevede l’attivazione di un particolare strumento finanziario che favorisca investimenti diretti, in forma di debito o di capitale di rischio.
Il marchio storico
Altro tema previsto dalla bozza, l’istituzione del marchio storico di interesse nazionale, con un registro speciale. Possono ottenere l’iscrizione del marchio storico, le persone fisiche o giuridiche titolari licenziatarie di marchi d’impresa in corso di validità da almeno 50 anni o per le quali sia possibile dimostrare l’uso continuativo da almeno 50 anni, che hanno assunto con l’uso nel mercato un particolare interesse storico identitario nazionale e che sono utilizzati nel commercio per contraddistinguere prodotti o servizi realizzati presso unità produttive localizzate nel territorio nazionale. Nella misura, sono previste anche misure per la salvaguardia dei livelli occupazionali e per il contrasto alla delocalizzazione di imprese titolari di marchi storici di interesse nazionale. In particolare, quale deterrente per chi abbia acquisito marchi aziendali con le stesse caratteristiche e intenda cessare o delocalizzare l’attività della quale il marchio è espressione, si prevede l’obbligo per l’impresa che annuncia la cessazione o delocalizzazione, di comunicarlo al ministero dello Sviluppo economico e di cercare un acquirente dello stabilimento. Nel caso di esito non favorevole della procedura o decadenza del marchio storico, questo viene amministrato dallo Stato per essere assegnato al titolare delle attività sostitutive finalizzate alla salvaguardia dei livelli occupazionale e alla prosecuzione dell’attività produttiva sul territorio nazionale.
Il sisma bonus
Il sisma bonus, oggi previsto solo per gli edifici in zona 1, viene esteso alle zone 2 e 3 di rischio sismico. Il beneficio consiste nella detrazione fiscale del 75% in caso di miglioramento di una classe della classificazione energetica e dell’85% in caso di passaggio di due classi, nonché nella cedibilità per gli incapienti. Previste inoltre misure per favorire gli interventi antisismici anche per gli immobili posseduti da soggetti che non hanno liquidità necessaria per anticipare tali spese.