I bambini non si toccano: senegalese aggredito dagli altri carcerati.

Il senegalese Ousseynou Sy non prova alcun rimorso.

Quanto commesso lo soddisfa al sol ricordo, tantโ€™รจ che davanti ai magistrati spiega:

โ€œPentito? Nessun pentimento. Era una cosa che dovevo fare e che rifarei. Cento volte. Perchรฉ lโ€™ho fatto? Per mandare un segnale allโ€™Africa. Gli africani devono restare in Africaโ€.

Nessun gesto di follia o di mancata luciditร , il senegalese ha preparato un piano ben preciso e coscientemente lโ€™ha messo in atto.

Il processo non lo spaventa affatto:

โ€œNon fa niente, lโ€™avevo messo in conto. Volevo unโ€™azione eclatante, il mondo doveva parlare di meโ€, confida al suo avvocato.

Intanto le porte del carcere di San Vittore gli sono state aperte e tutti i carcerati lโ€™hanno colpito con uova e arance, segnando tutta la sua cella.

Gli altri detenuti non gli hanno permesso di chiudere occhio. Dโ€™altra parte sappiamo che, nel codice del carcere, chi colpisce i bambini ha unโ€™altra penaโ€ฆ che gli stessi carcerati gli fanno scontare.

Proprio per questo si trova nel quinto raggio, quello dei protetti, dove non puรฒ avere rapporto alcuno con gli altri.

Fonte: IlGiornale

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