I migrati clandestini affollano i carceri italiani. La soluzione arriva da Londra, roba forte per governi coraggiosi
Abbiamo parlato diverse volte del sovraffollamento dei carceri, soprattutto in relazione al fatto che ben un terzo di detenuti è straniero, per la maggior parte irregolare. E questo acuisce il problema.
Infatti, evidenziando ciò si giunge all’inevitabile conclusione che, se si rimpatriassero i clandestini, tra i tanti problemi risolti totalmente o parzialmente, quello del sovraffollamento dei carceri avrebbe un netto miglioramento.
Soltanto che pensare di mandare gli irregolari stranieri a scontare la pena detentiva nel proprio paese, sembra una vera e propria chimera. Un sogno irrealizzabile, o così ci raccontano i soloni della politica mondialista che hanno ridotto il nostro paese in pessime condizioni.*
Infatti, attuare questa soluzione non solo è possibile, ma c’è già chi lo sta facendo. Si tratta del Regno Unito, che sta mettendo in pratica una serie di provvedimenti volti alla soluzione di quest’annoso problema che affligge i paesi di tutta Europa e non solo.
“Il governo di Sua Maestà britannica, lo sta facendo. Come? Costruendo, tra le tante, un’ala nel carcere Kiri-Kiri sito a Lagos, la capitale nigeriana. La struttura comprenderà 122 posti letto destinati agli immigrati irregolari che dalla Nigeria sono giunti nel Regno Unito e hanno commesso vari reati.
Così ha dichiarato Boris Johnson, ex sindaco di Londra e attuale ministro degli Esteri britannico: «Aiutare la Nigeria a migliorare le condizioni penitenziarie permetterà di trasferire un maggior numero di detenuti nigeriani, liberando così posti nelle prigioni del Regno Unito».
La cifra stanziata ammonta a circa 788 mila euro. Tuttavia, calcolando che ogni straniero detenuto in Gran Bretagna pesa per circa 40 mila euro annuali, è evidente che sul lungo periodo Londra rientrerà sia dei costi per l’investimento a Lagos sia dei costi sociali che l’immigrazione clandestina comporta“.
Lo stesso tipo di investimento, il governo di Londra, lo farà anche per piani simili in altre nazioni africane come Libia e Ruanda, ma anche fuori dall’Africa, in paesi come Albania e Giamaica. Questo dimostra, che volere è potere e che tali provvedimenti sono fattibili e farebbero il bene dell’Italia.