Uccise e stuprate? Colpa loro. Le sentenze fanno infuriare Salvini: “marciscano in galera”.
Negli ultimi giorni le pagine di cronaca italiana hanno raccontato tre sentenze che ci hanno riportato indietro di decine di anni, a quando il delitto d’onore era nell’ordinamento giuridico.
E sì, purtroppo c’è ancora la possibilità che si parli di una donna “che se l’è cercata”.
A quasi dieci anni dalla sentenza che giudicava un rapporto consenziente perchè “la vittima indosava dei jenas”, e a quasi 40 dalla riforma del diritto della famiglia, qualche stupratore è stato assolto perchè secondo i giudici “meno colpevoli”.
La donna di Riccione è colpevole di aver causato “una tempesta emotiva” nell’uomo che l’ha strangolata e quella di Genova ha illuso il suo compagno al punto da essere accoltellata. E la ragazza di Ancona, dulcis in fundo, “sembra un maschio” per attirare le attenzioni dei ragazzi.
Le sentenze hanno subito suscitato la sdegnata reazione del ministro degli Interni:
“Non ho parole. Non c’è delusione o gelosia che possa giustificare un omicidio. Chi ammazza in questo modo deve marcire in galera”.
Anche l’avvocato di Jenn Angela Coello Reyes è rimasto basito dinanzi alla sentenza:
“Siamo alla riesumazione del delitto d’onore, perché gli effetti sono quelli. Le attenuanti generiche possono essere date, per carità, il giudice è sovrano, ma valorizzare la ‘tempesta emotiva’ in un delitto passionale è tautologico, l’apoteosi del nulla. Il problema non è tanto numerico, degli anni comminati, ma delle motivazioni. È una sentenza difficile da digerire. La giurisprudena è creativa, non mi sorprende più niente, ma come lo si spiega a una famiglia che ha perso qualcuno?”.
Fonte: IlGiornale