“Il demonio mi ha fatto lo sgambetto”. Così si giustifica il prete condannato che abusava della bambina.
La vicenda risale a luglio dell’anno scorso. A distanza di qualche mese arriva la sentenza per don Paolo Glaentzer, il sacerdote 70enne di Calenzano, in provincia di Firenze, condannato a quattro anni e quattro mesi di reclusione, con l’accusa di pedofilia.
L’uomo, subito sospeso dalla Curia fiorentina dal suo incarico nella chiesa della frazione di Sommaia, era stato seguito dai vicini di casa della vittima. Secondo quanto ricostruito, i vicini riuscirono a intervenire quando la bambina era parzialmente svestita. Dal linciaggio, in quella circostanza, lo avrebbero salvato i carabinieri.
Il gup, Costanza Comunale, ha riconosciuto una provvisionale di 50mila euro per la vittima. Dopo averli ammessi come parti civili, il giudice ha però escluso un risarcimento per i genitori della bambina. La procura di Prato, infatti, aveva svolto accertamenti anche sui comportamenti dei familiari, alla luce del fatto che don Glaentzer aveva confessato che quella non era la prima volta che si appartava con la bambina.
E per la prima volta, un’ arcidiocesi, in questo caso quella del capoluogo toscano, con il cardinale Giuseppe Betori, si è costituita contro un prete imputato di pedofilia in un processo penale. La Curia di Firenze, rappresentata dal legale Paolo Ghetti, non avrebbe però chiesto alcuna somma a titolo di risarcimento.
“Il demonio mi ha fatto lo sgambetto”, con queste parole don Glaentzer si sarebbe giustificato davanti ai giudici.
Ed ora il prete si trova posto in stato di quiescenza, l’equivalente del pensionamento, ancora agli arresti domiciliari.
A suo carico potrebbe tenersi anche il processo canonico, avviato dalla Chiesa e che potrebbe portarlo all’allontanamento dal sacerdozio.
Fonte: Il Giornale