Tendopoli di San Ferdinando, dopo l’annuncio di Salvini il sindaco firma l’ordinanza di sgombero
L’annuncio di Matteo Salvini produce i primi effetti: il sindaco di San Ferdinando ha firmato l’ordinanza di sgombero della vecchia tendopoli, dove tuttora vivono circa mille migranti, la maggior parte dei quali impegnati come braccianti nella raccolta degli agrumi.
Pochi giorni fa, nella baraccopoli, era scoppiato un incendio nel quale era morto il 29enne senegalese Al Ba Moussa. Il giovane, che si faceva chiamare Aldo, è la terza vittima dei roghi nella tendopoli in poco più di un anno.
Il sindaco Andrea Tripodi, con l’ordinanza firmata ieri, ha disposto “l’immediato sgombero di persone e cose dall’area adibita a vecchia tendopoli per immigrati extracomunitari di proprietà Corap ex Asireg” per la “bonifica e la demolizione di quanto intorno alla stessa abusivamente realizzato”. In realtà, si tratta di una “reiterazione di sgombero”, dal momento che il primo cittadino aveva ordinato lo smantellamento della tendopoli già nell’ottobre 2017. Dopo più di un anno, tuttavia, “la baraccopoli risulta nuovamente ‘edificata’ e popolata abusivamente”; inoltre “permangono, e anzi risultano peggiorate, le condizioni di vivibilità dell’area”. Tripodi ha ricordato come negli ultimi 14 mesi “si siano ripetuti gravi incendi, di natura dolosa o più probabilmente causati da stufe e accessori di fortuna utilizzati per riscaldarsi, che hanno causato la morte di tre ospiti e aggravato le condizioni di insalubrità dell’intera area, contribuendo a esasperare gli animi degli immigrati che gravitano”.
Subito dopo la morte di Al Ba Moussa, avvenuta lo scorso 16 febbraio, il ministro dell’Interno Salvini aveva promesso di sgomberare la baraccopoli: “Lo faremo, anche perché illegalità e degrado provocano tragedie come quella di poche ore fa. Per gli extracomunitari di San Ferdinando con protezione internazionale, avevamo messo a disposizione 133 posti nei progetti Sprar. Hanno aderito solo in otto (otto!), tutti del Mali. E anche gli altri immigrati, che pure potevano accedere ai Cara o ai Cas, hanno preferito rimanere nella baraccopoli. Basta abusi e illegalità”.
In queste ore la polizia municipale e le altre forze dell’ordine stanno comunicando l’ordine di sgombero ai migranti, molti dei quali non hanno intenzione di spostarsi dall’area nella quale hanno trovato un lavoro, spesso sottopagato, nel settore agrumicolo.
il giornale.it