“Non sono poveri e non fuggono dalla guerra” parla la prof di storia africana e scoppia il caso.
Anna Bono è una docente di Storia ed Istituzioni dell’Africa all’Università di Torino, che ha ribaltato un pò di luoghi comuni sugli africani.
In un’intervista molto interessante ha spiegato che chi sbarca sulle nostre coste arriva principalmente dall’Africa subsahariana e che perlopiù non si tratta di profughi.
Le sue parole sono piuttosto chiare: “La maggior parte di chi lascia l’Africa subsahariana per l’Europa non scappa né dalla guerra né dalla povertà estrema”.
I dati sostengono le sue teorie: il numero di persone che hanno fatto domanda di asilo politico, ottenendo risposta affermativa, si assesta intorno al 4% in un anno.
E alla domanda: “Per quale motivo chi è eventualmente coinvolto in un conflitto dovrebbe far rotta dall’Africa subsahariana verso l’Europa?”, lei risponde:
«Infatti non succede questo. In Africa i profughi sono milioni e milioni ma la quasi totalità di coloro che ottengono asilo non lascia il continente. I profughi sono più di 60 milioni, dato del 2015, di cui 41 milioni sono profughi interni, sfollati. Quando si vive in uno stato di conflitto o di pericolo ci si allontana solo il minimo indispensabile per mettersi al sicuro, pensando di poter fare ritorno a casa propria. La maggior parte delle persone si allontana restando all’interno dei confini nazionali, mentre un’altra porzione di persone oltrepassa i confini per essere ospitata nei campi dell’Unhcr anche per lungo tempo, come per il caso della Somalia. Benchè la diaspora somala sia una delle più numerose al mondo, a causa di vent’anni di instabilità e del terrorismo di Al Shaabab, solo una parte dei profughi è fuggita all’estero: la gran parte ha oltrepassato i confini nazionali riparando nel vicino Kenya».
Fonte: Lavocedeltrentino