Prodi tifa per l’asse franco-tedesco: “E adesso l’Italia deve aiutarli”

L’ex presidente del Consiglio Romano Prodi torna a parlare dell’Unione europea.

Un tema a lui molto caro, visto che, oltre al suo pesante curriculum nella Commissione europea, è da mesi che lancia allarmi sulle prossime elezioni europee e sul ruolo dei sovranisti.

Questa volta, l’ex premier ha parlato nel corso del convegno “L’Italia del futuro in un mondo che cambia”, meeting organizzato nell’ambito di un ciclo di convegni nella sede dell’università Suor Orsola Benincasa a Napoli. E Prodi ha lanciato un interessante messaggio di sostegno nei confronti dell’asse franco-tedesco: “Questa Europa deve avere un grande accordo franco-tedesco con un’Italia che media e aiuta questo motore ad andare avanti. Ma sta succedendo invece che ognuno va per i fatti suoi. Poi all’incontro di Aquisgrana si è capito che bisognava iniziare a dialogare mettendo insieme le aziende francesi e tedesche. E l’Italia è rimasta fuori da questa situazione”.

Insomma, per Prodi il problema non è che Francia Germania, in particolare con Angela Merkel ed Emmanuel Macron, decidano di far fuori l’Italia. Il problema, per l’ex presidente della Commissione europea, è che l’Italia ne sia rimasta fuori, come se Parigi e Berlino non avessero deciso strategicamente di tagliarci fuori. Non solo, per Prodi c’è anche un affondo nei confronti della nostra rivalità con la Spagna per essere la terza potenza dell’Ue dopo Francia e Germania. “La Spagna anche se e più debole dell’Italia economicamente è più affidabile e quindi ha preso il posto dell’Italia. Si arriverà presto all’Europa a due velocità e l’Italia andrà nella seconda squadra”. Un messaggio che però dimentica sia che la Spagna potrebbe sganciarsi dall’asse franco.-tedesco sia delle prossime elezioni.

Ma oltre ai problema dell’Unione europea, Prodi parla anche della globalizzazione, uno dei grandi temi di questo secolo.- Eppure, nonostante le critiche al sistema, manifestate anche con le elezioni in tutto il mondo che premiano movimenti sovranisti, per l’ex premier il bilancio è tutto sommato positivo: “Due miliardi e mezzo di persone hanno oggi una sufficiente risorsa economica e quindi la globalizzazione ha funzionato ma questo sviluppo tumultuoso, senza regole, ha messo in crisi da noi le strutture economiche. Il problema è che non c’è un’organizzazione mondiale che fa rispettare queste regole. Le regole vanno coordinate perché la concorrenza cinese non può non rispettarle”.

il giornale.it

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