Ferrara, la rivolta dei nigeriani che cancella l’ipocrisia dei buonisti
Ferrara, 18 feb – Sappiamo che a Ferrara, nella zona Gad, lo spaccio di droga gestito dalla mafia nigeriana (o etnica, come amano chiamarla i conduttori e i giornalisti rispettosi del prossimo) ha reso quel posto invivibile e assimilabile a quei luoghi nel mondo in cui col calar del sole tutti si chiudono in casa aspettando con ansia la mattina. Il dramma è che non siamo in Venezuela o in Iraq, siamo in Italia, nell’Emilia Romagna che tutti conosciamo per mille motivi ma non certo per la presenza massiccia di bande criminali costituite da immigrati giunti qui via mare, accolti dalla sinistra alla deriva e sistemati dalle cooperative con la bava alla bocca.
E il dramma emerge in tutta la sua gravità nel momento in cui vengono a galla i rischi di una convivenza forzata tra popoli ed etnie diverse, in cui gli ospiti vengono accolti nel nome dei buoni sentimenti e non gli viene imposta l’ottemperanza di alcun dovere, preferendo cianciare di soli diritti di cui godere. È tutto qui, è questo il problema, il bandolo della matassa riguarda una metastasi enorme che oggi neanche Salvini sa combattere con efficacia. Insomma sono cazzi amari.
La rivolta degli immigrati avvenuta a Ferrara, derivante oltretutto dalla notizia di un loro compare investito casualmente durante un inseguimento delle forze dell’ordine,elimina la patina di ipocrisia e buonismo che sta ancora oggi offuscando la nostra vista e la nostra presa di coscienza. L’invasione c’è stata, venne più o meno pianificata a tavolino dai governi che, come disse Emma Bonino, barattarono la flessibilità sui conti con l’accollo totale degli sbarcati. Solo un idiota non avrebbe previsto che l’arrivo di questi disperati avrebbe portato alla nascita di nuove sacche di criminalità che si sarebbero poi scontrate con le già non poche presenti nelle nostre città per contendersi lo spaccio al minuto, la gestione della prostituzione e dell’immigrazione clandestina. Solo un idiota o, in alternativa, solo chi è accecato dalla ideologia e non è in grado di guardare la realtà per quella che è.
La scusa dell’aiuto umanitario
E la realtà parla di una nazione attraversata da una crisi economica globale senza precedenti che ha dilapidato enormi risorse per accogliere e mantenere una frotta di clandestini nel nome della balla dell’aiuto umanitario. L’accostamento di questi due fattori, di queste due vicende ossia della crisi economica e dello sbarco di centinaia di migliaia di immigrati ha condotto al dramma attuale, perché la domanda che è sorta spontanea come un fiore in primavera è: perché per loro così tante risorse e per noi così poche? Con quale criterio le città vengono abbandonate al degrado dei finti profughi che spadroneggiano? E per quale motivo non dovremmo ribellarci a tutto questo?
La narrazione stucchevole di un Paese razzista in preda alla voglia di fascistizzarsi di nuovo è una balla colossale smentita dai numeri, poiché se vi fosse un fondo di verità, a Ferrara vedremmo scorrere fiumi di sangue, mentre la realtà ci racconta di un popolo inoffensivo che ingoia l’ennesimo boccone amaro. Che insomma gli scrittori impegnati si dedichino alle loro stronzate, il loro prezioso tempo a stilare metodi per misurare il livello di fascismo in noi presente e la loro voce per veicolare il concetto astruso e scemo secondo cui l’italianità è oramai concetto arcaico e superato da quello nobile di un’umanità meticcia nettamente migliore e accogliente.
Poi faranno i sorpresi e gli indignati, sorrideranno come sorridono sempre nei salotti tivù in cui minimizzano ogni cosa, finendo poi per dirci che il popolo è pazzo e si è fatto manipolare dalle forze sovversive di destra che campano solo di paura e diffidenza. Il loro piano è questo, nient’altro che instillare nella coscienza collettiva della nazione il dubbio che sia solo un brutto sogno e che non si debba quindi prendere i provvedimenti necessari. E ciò di cui necessitiamo non è un’ultra violenza in stile Arancia meccanica perpetrata dalle forze dell’ordine, ma una classe politica che sappia prima di tutto rispettare l’Italia e il popolo che è stato chiamato a difendere e servire fuori da ogni altra logica che non sia quella del bene supremo della Patria.
Una spocchia idiota
Per tornare all’idiota iniziale, solo un idiota può pensare che la suddetta convivenza forzata sia parte dell’elenco delle novità positive da imporre a un paese intero. Oppure, se non un idiota, chi ritiene che la sovranità nazionale, da cui discende il dovere di controllo delle frontiere, debba essere debellata come la peggiore malattia. Ferrara è oggi la rappresentazione di ciò che ci aspetterebbe se l’invasione proseguisse, restando ottimisti e facendo finta di non sapere che l’alto tasso di natalità degli immigrati finirà per creare un inevitabile scontro numerico.
Nella sua drammaticità, rappresenta anche la condizione caotica cui versa la sinistra umanitarista che popola i centri benestanti delle nostre città, incapace di proiettarsi oltre la propria spocchia e il proprio familismo politico e che pendola dalle leggi antifasciste sui gadget duceschi ai manifesti sull’essere europeisti. Grandi slanci di vitalità e ottima comprensione della realtà circostante. È in tempi come questo che si rende necessario lo sventolio del tricolore italiano e non di quello francese. Ma faglielo capire.
Lorenzo Zuppinihttps://www.ilprimatonazionale