Diciotti, indagato il governo: ecco cosa può succedere ora
La palla passa (di nuovo) dalle mani giuridiche di Carmelo Zuccaro. Il procuratore capo di Catania, diventato “famoso” per le sue inchieste sulle Ong, ha ricevuto nei giorni scorsi gli atti consegnati dal governo sul caso Diciotti.
Sono i documenti con cui Conte, Di Maio e Toninelli si sono assunti una parte della responsabilità su quanto successo la scorsa estate quando gli immigrati rimasero per giorni a bordo della nave della Marina italiana in attesa delle trattative tra Italia e Unione Europea sui ricollocamenti.
Per ora l’unico finito sotto accusa è Matteo Salvini. Il tribunale dei ministri di Catania ha chiesto al Senato l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti e domani il M5S voterà sulla piattaforma Rousseau, già tra mille polemiche. La decisione della Giunta per le immunità arriverà nei prossimi giorni, ma tutto dipende da cosa voteranno gli attivisti grillini.
Il punto oggi non è però il ministro dell’Interno, ma i suoi colleghi. La procura di Catania, come atto “automatico”, aprirà un fascicolo di indagine su Conte, Di Maio e Toninelli. Sono stati loro stessi a definire “collegiale” la decisione sulla Diciotti, quindi i pm indagheranno su questo. È probabile, però, che Carmelo Zuccaro chiederà al Tribunale dei ministri l’archiviazione. Era successo lo stesso anche per Salvini: il pm chiese di chiudere il caso, ma i tre giudici tribunale speciale decisero di procedere lo stesso nei confronti del leghista. E così si è arrivati alla richiesta di autorizzazione al Senato.
Lo stesso potrebbe ripetersi per il premier e i due ministri. Zuccaro, infatti, riteneva (e le tre memorie trasmesse dal Senato ne sono la conferma) che la decisione di non far sbarcare i migranti fosse stato un atto “politico” determinato dalla polemica con Malta e l’Italia. Dunque un fatto in cui la magistratura non dovrebbe e non potrebbe infilare il naso. Per questo è probabile che anche per Conte, Di Maio e Toninelli il procuratore chiederà per tutti l’archiviazione.
L’incognita resta dunque il Tribunale dei ministri. Una volta ricevute le conclusioni di Zuccaro, i tre giudici (Nicola La Mantia, Sandra Levanti e Paolo Corda) dovranno decidere se accettare l’archiviazione per i tre indagati o procedere lo stesso. Dovranno decidere, scrive il Messaggero, “se, da un punto di vista giuridico, la condivisione della scelta di non far sbarcare i 177 migranti connoti le decisioni assunte dal solo ministro dell’ Interno, di una valenza tutta politica e dunque insindacabile”. Oppure potrebbero rilevare la violazione di una “procedura amministrativa” che, anche in questo caso, configurerebbe l’esistenza del reato di sequestro di persona.
A questo punto le ipotesi sono due: i giudici potrebbero valutare irrilevante la “condivisione” delle scelte di Conte, Di Maio e Toninelli con Salvini e ritenere solo quest’ultimo il responsabile materiale, dunque accettare l’archiviazione; oppure potrebbero chiedere il processo per i tre del governo. E allora il caso Diciotti tornerebbe a esplodere.
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