Profughi, Sala apre un’anagrafe “parallela”, è una furbata per aggirare il decreto Salvini

«C’è chi applica la legge Salvini, chi disobbedisce iscrivendo all’Anagrafe i richiedenti asilo», leggi il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, «noi cerchiamo una terza via».

L’assessore Pd al Welfare Pierfrancesco Majorino, in rampa di lancio per la corsa alle Europee, ha presentato ieri in Commissione a Palazzo Marino il registro «informale» o «parallelo» dove potranno iscriversi i profughi che dal 5 ottobre, per effetto del decreto Sicurezza, non possono più registrarsi all’Anagrafe. L’obiettivo, sintetizza l’assessore, «è conoscere i richiedenti asilo domiciliati a Milano, mettere a disposizione questi dati a tutti gli enti che possano essere interessati (Inps, Ats, strutture sanitarie, scuole, banche) e facilitare l’accesso ai servizi a cui hanno diritto. I servizi comunali che hanno sede in via Scaldasole, inoltre, offriranno consulenza legale a chi ne ha bisogno». L’assessore ai Servizi civici Roberta Cocco precisa che le amministrazioni hanno ambiti di manovra in questo senso, nell’ambito della competenza dei servizi alla persona, «agiamo nel pieno rispetto della legge. Vogliamo offrire il nostro supporto per monitorare situazione prenderci carico casi particolari».

Ma la sfida a Salvini è lanciata. Anche il sindaco Beppe Sala il giorno prima aveva garantito che Milano non sarebbe stata tra i Comuni «disobbedienti», avvertendo però che «troveremo lo strumento per assistere comunque i richiedenti asilo». Da ottobre a dire il vero sono solo 103 i migranti che hanno chiesto l’iscrizione e se la sono vista negare in base alla nuova legge. Il registro non sarà aperto agli irregolari, chiarisce Majorino, ma «solo a chi ha un permesso di soggiorno». Uno strumento sperimentale che potrebbe (o no, come hanno sollecitato i consiglieri Pd per evitare che resti impantanato in aula) dal consiglio comunale. Il modello è quello del registro delle unioni civili creato dall’ex sindaco Pisapia. Majorino invita poi la prefettura a non applicare, come ha fatto finora, la parte della legge che «chiude» i centri Sprar ai richiedenti asilo. «Produrrebbe 800 nuovi senzatetto – sostiene l’assessore -,, decine di migranti stanno già arrivando a Milano dal resto della regione. Per questo abbiamo aperto un bando e cerchiamo enti che ci aiutino a rafforzare il pronto intervento sociale rivolto a coloro che vivono per strada, per tentare di intercettarli e accoglierli nelle strutture. Diventa un problema anche per il contesto urbano». Il capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale contesta: «La maggior parte degli invisibili sono sbarcati anni fa in Italia, non è certo colpa del decreto Salvini. Urge attivare i centri per il rimpatrio e le procedure di espulsione, non l’anagrafe per fare propaganda». Matteo Forte (Milano Popolare) precisa a Majorino che «il Comune col registro non concede diritti, le cure mediche sono garantite a prescindere». Il capogruppo M5S Gianluca Corrado si dice «assolutamente d’accordo, è utile, ma non venga fatto per attaccare il governo, smettiamo con le strumentalizzazioni». E la consigliera del gruppo m Ormai l’assessorato alle Politiche Sociali debba cambiare nome in assessorato all’Immigrazione».

Il sindaco sgombra il campo sull’ipotesi che il registro approdi in aula: «Il passaggio in Consiglio dilaterebbe i tempi e significherebbe non solo andare verso discussioni anche pesanti, ma anche rischiare di ritardare le altre delibere in discussione». Sul registro ha ribadito: «Vogliamo tutelare queste persone, tanto sul fronte sanitario, in modo che se qualcuno entra in un pronto soccorso non ci siano troppe storie», sia «perchè abbiano meno difficoltà a trovare lavoro». E insiste: «Credo che i milanesi che i cittadini sarebbero ben contenti se ci fosse un momento di integrazione tramite il lavoro».

il giornale.it


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