L’Europa dà ragione a Salvini: crollati gli arrivi dei clandestini
In pochi giorni, l’Europa ha dovuto ammettere che la ricetta italiana sull’immigrazione clandestina funziona. A dirlo non sono né partiti sovranisti né gli alleati del governo italiano, ma due organi della stessa Unione europea: l’agenzia Frontex e l’Easo, ovvero lo European Asylum Support Office, l’ufficio che si occupa delle richieste di asilo.
Frontex, in questi giorni, ha pubblicato gli ultimi rilevamenti sugli arrivi illegali in Europa. E il quadro fornito sugli ultimi mesi e sul rapporto fra gennaio 2018 e gennaio 2019 mostra chiaramente che il numero degli ingressi illegali all’interno del territorio dell’Unione europea si è drasticamente ridotto. E sul fronte del Mediterraneo, larga parte dei meriti di questa interruzione dei flussi clandestini, coadiuvati dai trafficanti di esseri umani, è da assegnare proprio alla scelta del governo di fermare la rotta Libia-Italia.
Come riportato da Il Giornale, il report di Frontex ha dimostrato in maniera molto netta il crollo degli sbarchi sulla rotta del Mediterraneo centrale. A gennaio è stato registrato un calo del 73% rispetto a dicembre 2018 e del 96% rispetto a gennaio 2018. I dati sono chiari. Ma sono chiari soprattutto se messi in relazione con le altre due rotte del Mediterraneo: quella occidentale e quella orientale.
La Spagna, in questi mesi, è diventata la meta preferita dai trafficanti di esseri umani nonostante i rapporti di stretta collaborazione fra il governo spagnolo e il Maroccosul contrasto all’immigrazione clandestina. Il boom di arrivi illegali sulle coste andaluse e gli assalti a Ceuta e Melilla hanno reso evidente lo spostamento del baricentro dell’immigrazione clandestina a ovest. E questo non può non essere ricondotto anche alle differenti politiche messe in atto da Madrid e da Roma sul fenomeno migratorio. Con Pedro Sanchez che è stato costretto in extremis a fare una clamorosa marcia indietro per evitare il tracollo in termini di consenso.
Dall’altra parte del Mediterraneo, in particolare sulle coste greche, si registra anche qui un calo rispetto all’anno precedente. Ma non così drastico come quello che si è avuto in Italia. Le frontiere marittime fra Turchia e Grecia appaiono in grado di reggere l’urto dei profughi siriani. Ma le frontiere terrestri fra i due Paesi non sono così impermeabili. E nel tempo sono diventate sempre più porose. Non solo per le pressioni di Recep Tayyip Erdogan, ma anche per le enormi difficoltà della Grecia di poter mantenere un controllo capillare su centinaia di isole e sulla terraferma e con fondi ridotti a causa dell’austerity.
Per Frontex, la questione è quindi molto chiara: l’Italia garantisce la tutela dei confini europei meridionali dall’immigrazione illegale. E grazie ai porti chiusi e agli accordi con la Libia ha saputo far scendere il numero di arrivi clandestini non solo in territorio italiano, ma in tutta l’Unione europea. Un aiuto estremamente utile alla sicurezza e al sistema d’integrazione dell’Ue che però a Bruxelles sembrano non voler apprezzare (almeno pubblicamente).
Dopo le conferme di Frontex, sono arrivati i dati dello European Asylum Support Office. Il report pubblicato di recente dall’Easo mostra che nel 2018 il numero domande d’asilo presentate nei Paesi Ue Plus, che comprende i Paesi membri dell’Unione più Norvegia e Svizzera, è calato del 10% rispetto al 2017, tornando così ai livelli del 2014. Le domande sono state 634.700. E solo il 34% ha avuto una risposta positiva.
L’Easo fa giustamente notare che nel 2017 le domande di asilo rispetto al 2016 erano già crollate del 44%. Ma se si considera che fra il 215 e il 2016 c’è stato il boom delle domande con la crisi dei rifugiati siriani che attraversavano i Balcani, va da sé che il calo del 10% rispetto a un anno di “normalità” è estremamente significativo. Significa che le politiche sull’immigrazione hanno avuto un effetto negativo sulle domande di asilo (che nella maggior parte vengono bocciate) in un momento di relativa tranquillità sul fronte degli arrivi di massa. E non è un caso che ciò sia avvenuto da quando l’Italia ha impostato una netta virata nei confronti dell’immigrazione. Ma di questo, l’Europa non ringrazierà Roma. Anche se è anche merito di questa politica se può dire di mantenere l’immigrazione sotto controllo