Chi è il parassita che ha chiamato ‘Burattino’ il nostro Presidente del Consiglio
ANSA) – STRASBURGO, 12 FEB – “Mi domando per quanto tempo ancora lei sarà il burattino mosso da Salvini e da Di Maio”. Lo ha detto il leader dei Liberali Guy Verhofstadt rivolgendosi al premier Giuseppe Conte che è intervenuto alla plenaria del Parlamento Ue. Poi ha aggiunto: “Parlo in italiano, io sono innamorato dell’Italia, per me è più di un paese, è un’intera civiltà, l’Italia è dove è nata la nostra civiltà europea. Per questo oggi mi fa male vedere la degenerazione politica dell’ Italia, che non è iniziata ieri, o un anno fa, ma 20 anni fa.
Questo bellissimo Paese è diventato da convinto difensore dell’Europa ad un fanalino di coda dell’Unione”.
Guy Verhofstadt è nato a Dendermonde (Belgio) nel 1953 e ha studiato giurisprudenza a Gand, città in cui vive con la moglie e i due figli e di cui è stato anche consigliere comunale dal 1976 al 1982 e poi ancora dal 2007 al 2009.
Ascolta cosa ha il coraggio di dire dopo gli insulti:
Chi è Verhofstadt
Non è uomo che le manda a dire, le sue considerazioni critiche nei confronti dell’amministrazione di Vladimir Putin gli sono costate l’inserimento nella lista delle persone non gradite in Russia. In tempi più recenti ha criticato duramente sia il presidente francese François Hollande sia il premier britannico David Cameron, ostili alla proposta di distribuire tra tutti i paesi Ue i richiedenti di asilo. Nel 2017 si è schierato al fianco di Emmanuel Macron, caldeggiandone l’elezione a presidente francese.
Ha l’ambizione di diventare presidente della Commissione europea, carica a cui punta dal 2013 e per la quale, lo stesso anno, ha incassato l’appoggio di alcuni paesi. Nel 2017 ha negoziato l’appoggio del Movimento 5 Stelle per riuscire a fare il salto di qualità ma l’Alde ha deciso, a maggioranza, che si trattava di un matrimonio che non doveva essere celebrato.
Dal 2016 è rappresentante Ue nei negoziati sulla Brexit ed è tra i promotori dell’iniziativa europea del Gruppo Spinelli per il rilancio dell’Europa federale e della relativa integrazione. Ha ricevuto diverse onorificenze in patria e all’estero, tra cui anche quella di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, nel 1986.