Reddito cittadinanza, emendamento della Lega umilia il M5s: è una mancia ai fannulloni
Sì, anche la Lega e Matteo Salvini pensano che il reddito di cittadinanza voluto dal M5s sia un reddito ai fannulloni, così come ribattezzato da Libero. Certo, Matteo Salvini non lo ha potuto dire espressamente (ma quel famoso cartello senza la scritta “reddito di cittadinanza” che mostrò in Consiglio dei ministri stava lì a dimostrarlo).
E ora, a rendere ancor più palese cosa pensi la Lega della mancetta ai nullafacenti, arriva un clamoroso emendamento al Decretone presentato dal Carroccio in commissione al Senato. Un emendamento che prevede un anno di servizio civile obbligatorio per i richiedenti il reddito di cittadinanza tra i 18 e 28 anni. La norma richiesta dalla Lega si applica a chi non abbia già svolto il servizio civile universale e richiede “una presenza media settimanale di 25 ore”. Chiarissimo il messaggio: almeno i più giovani che vogliono il reddito devono fare qualcosa. E non stare a poltrire sul divano così come offrono i grillini con la loro legge sciagurata.
Ma non è finita. La Lega presenta anche un secondo emendamento in cui vengono chiesti controlli su chi divorzia e poi richiede il reddito, una degli espedienti utilizzati per intascare la mancetta senza averne diritto. Se la separazione o il divorzio è avvenuto dopo il primo settembre 2018, gli ex coniugi che facciano domanda di reddito di cittadinanza devono certificare di non risiedere più nella stessa casa con “apposito verbale della polizia municipale“. La norma presentata nel Decretone, sottolineano fonti del Carroccio, mira a limitare le frodi di chi chiede il reddito fingendo, appunto, separazione o divorzio pur continuando a convicere nella stessa casa.