Il M5S pubblica gli stipendi di chi è contro il Reddito di cittadinanza, da Monti a Boeri
Il reddito di cittadinanza rappresentava una delle battaglie che avevano accompagnato il Movimento Cinque Stelle sin dagli albori della formazione del partito. In pochi credevano che sare potuto diventare realtà, ma l’arrivo al Governo dei grillini, con il benestare della Lega, è rappresentato il momento proficuo per mettere in manovra una misura già esistente in tanti paesi europei, ma che fa storcere il naso a molti e per molteplici punti di vista. Di Maio e i suoi, però, lo difendono a spada tratta come un provvedimento finalizzato a lenire i problemi di chi vive in povertà e fatica ad andare avanti. Presupposto che rappresenta anche un motivo per attaccare chi guadagna tanto e ritiene che distribuire 780 euro (almeno) a chi non ha un compenso idoneo a superare la soglia di povertà siano troppi. Non a caso sulla pagina del Movimento Cinque Stelle è apparso un post che attacca duramente chi appartiene a quella schiera.
Il reddito di cittadinanza rappresenta un provvedimento che, sul modello tedesco, aspira a creare nuovi centri per l’impiego finalizzati a formare e a reinserire nel mondo del lavoro quanti abbiano perso il lavoro o non lo abbiano mai avuto. Il tutto avviene mentre si percepisce un assegno mensile minimo (780 euro, a crescere a seconda delle esigenze del nucleo familiare) e si dà disponibilità per lavori socialmente utili per un tot di ore settimanali. Un modello ideale che, però, non incontra il favore di forze politiche come Forza Italia che attacca duramente la Lega, al governo con il M5S, per aver tradito il programma del centro-destra con una misura che incentiva chi non lavora stare sul divano e non produce nulla che possa portare ad una significativa crescita economica che, invece, sarebbe stata possibile rendendo la vita più facile alle imprese.
Il reddito di cittadinanza non piace anche gli economisti
Il reddito di cittadinanza, per il Movimento Cinque Stelle e Luigi Di Maio, rappresenta un sistema attraverso cui si può rimettere denaro in circolo e far ripartire l’economia. Secondo i tecnici, però, questo non corrisponde al vero e potrebbe innescarsi un cortocircuito pericoloso per l’economia italiana. Pareri di tecnici che, secondo i grillini, non hanno contezza del disagio sociale e preferisco affidarsi ai tecnicismi. Non a caso nelle ultime ore sulla pagina ufficiale del Movimento Cinque Stelle è apparso un post che, uno dopo l’altro, svela gli stipendi di chi si è schierato contro il reddito di cittadinanza e, grazie al proprio lauto compenso, non può avere idea di chi non sa cosa mettere in tavola la sera.
140.000 euro all’anno per l’economista Cottarelli, 102.000 per Boeri, 182.016 per Valeria Fedeli del Pd, 166.000 euro per Calenda del Pd e 421.611 per Mario Monti. La cornice dell’immagine recita un eloquente: “Senza vergogna”.
Ecco il post: