Salvini fredda i colleghi con l’ultimatum: “prima i poveri e i disabili, altrimenti …” si rischia grosso.
Matteo Salvini mette i puntini sulle i, come si usa dire, su alcune questioni che tengono banco in questi giorni tra le fila del governo.
A cominciare dalla vicenda dei 49 naufraghi della nave Sea Watch, passando per l’imminente reddito di cittadinanza e il salvataggio di banca Carige.
Sulla chiusura dei porti per l’imbarcazione della Ong, Salvini non è disposto a fare nessun passo indietro e dice: “Non solo da ministro ma da padre. Un cedimento oggi significherebbe riaprire le porte al traffico di esseri umani.
Non cambierò idea. E lo dico col massimo rispetto dei colleghi di governo: se qualcuno accetterà di cedere alle imposizioni di scafisti, trafficanti e Ong non farà un buon servizio né a quelle donne e quei bambini, né all’Italia né all’Africa”.
Poi il Ministro passa a parlare del reddito di cittadinanza: “Non cambio e non cambierò mai idea. Poi ognuno si prende la responsabilità delle sue scelte. Chiaro? Lo dico col massimo rispetto dei colleghi di governo e del contratto”.
E proprio sul contratto, Salvini agita uno spauracchio più volte temuto dai grillini, cioè quello di sabotare il reddito di cittadinanza, già osteggiato da imprenditori del Nord e buona parte dell’elettorato leghista.
Sul sussidio di stampo grillino, Salvini ha annunciato quello che si prefigura come un rischioso braccio di ferro nel governo: “Io conto che sia contenuto tutto quello che era previsto nel pacchetto reddito di cittadinanza, come il sostegno ai disabili. Io darò il sostegno a patto che ci siano tutti gli ultimi, i disabili e le famiglie numerose in primis, non in fondo ma davanti”.
Ben detto!
Fonte: Libero