Nella “rossa” Emilia Romagna i soldi per i disabili vanno agli stranieri

Nell’Emilia Romagna del dem Stefano Bonaccini circa la metà delle risorse regionali destinate al lavoro delle fasce deboli, portatori di handicap in primis, è finita in favore dei migranti.

Insomma, i tirocini finanziati con soldi pubblici (fondi regionali ed europei) “riservati” ai disabili, ex carcerati, soggetti dipendenti da droghe o alcool, giovani in situazioni di grave difficoltà familiare (e via dicendo) sono stati assegnati agli immigrati. Certo, non tutti, ma in buona, buonissima parte: nella regione, nel 2018, ben 1.758 sui 3.631 attivati hanno coinvolto richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale o umanitaria. Ecco, praticamente il 50%.

Come riportato anche da La Verità, “circa la metà dei percorsi di avviamento e inserimento al lavoro dedicati alle fasce deboli finiscono per riguardare i sedicenti profughi“. E ancora: “A Bologna 386 tirocini su 638 sono andati a richiedenti asilo e solo 97 a persone a cui spettavano in base alla legge sulla disabilità […] A Ferrara su 365 percorsi avviati 169 sono stati dedicati agli immigrati sbarcati sulle nostre coste, mentre solo 140 sono andati ai disabili. Più o meno come a Parma dove i sedicenti profughi hanno occupato 217 posti su 496 disponibili”.

Mentre Imola Oggi scrive: “Nella provincia di Forlì-Cesena, su 428 tirocini di tipologia C, attivati nel 2018 dalla Regione, ben 229 (circa il 53%) hanno coinvolto richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale o umanitaria, mentre solo 57 sono stati riservati a persone svantaggiate e 142 a persone con disabilità”. Invece, a Reggio Emilia il 69% dei tirocini formativi dedicati ai portatori di handicap e alle persone in difficoltà, sono stati assegnati ai richiedenti asilo.

“Invece di pensare agli italiani in difficoltà, le amministrazioni Pd preferiscono pensare ai sedicenti profughi. E questa volta ad essere danneggiati sono addirittura i disabili” la dura denuncia del consigliere leghista Gabriele Delmonte, che insieme al collega di partito Daniele Marchetti ha sollevato la spinosa questione.

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