Adesso Grillo insegue sull’immigrazione: “Giusta la linea leghista”
Roma Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando, nel 2004, Beppe Grillo diceva che gli immigrati voleva accoglierli tutti.
Adesso, dopo essersi giorno per giorno appiattito sulle posizioni della Lega in tema di immigrazione tanto da arrivare ad opporsi all’abolizione del reato di clandestinità, il cofondatore dei Cinque Stelle formalizza la svolta del Movimento verso la linea dura tanto cara a Salvini.
Senza voler andare tanto indietro nel tempo, Grillo è sempre stato considerato più vicino alle posizioni moderate del presidente della Camera Roberto Fico. Ma adesso sembra aver cambiato marcia, benedicendo l’alleanza con la Lega, considerata «sofferta ma vincente», e mettendo il cappello sulla politica del rigore, anche se ha causato più di uno scontro nella maggioranza per «la diversa sensibilità nella modalità di affrontare le problematiche politiche» tra i due partiti di governo. La questione migranti, da lui stesso definita «epocale», è uno degli argomenti che Grillo affronta in un’intervista sul quotidiano America Oggi poi rilanciata sul suo blog. «Sia noi che la Lega – dice il comico – intendiamo impedire questo mercimonio della sofferenza. Puoi fare come Minniti che ha bloccato il varco senza dirlo esplicitamente, per poi declamare i diritti umani come un bimbo che recita la poesia di Natale. Oppure puoi fare come questo governo: impedire lo spaccio di false speranze e intanto ridiscutere tutta la questione a livello europeo. Il che significa anche graffiarsi un po’ con la Francia, che non resiste ai suoi istinti colonialisti. Affrontare una questione del genere, che era stata spostata sull’Italia in accordo con chi ci ha preceduto in cambio di qualche aiutino, richiede anche una certa rudezza e assunzione di responsabilità. Oggi, le persone che non ne possono più di restare, ad esempio, nella dissanguata Africa, perlomeno sanno come la vede l’Europa e quali sono le loro prospettive».
Il fatto che Grillo sposi apertamente la linea dura sull’immigrazione conferma che il M5s – al di là della posizione isolata del presidente della Camera, che ha sempre cercato di spostare a sinistra l’asse del Movimento – stia cambiando rotta, costretto com’è ad un eterno inseguimento della Lega, a dimostrazione che la politica del rigore sui migranti funziona. Andando oltre le diverse identità politiche dei due partiti, il garante dei Cinque Stelle dice di non poter negare che il connubio tra M5s-Lega sia vincente: «Ha consentito la realizzazione di rilevanti azioni politiche, molto avversate, contro la povertà, tra le quali la riforma della Fornero e l’istituzione del reddito di cittadinanza. Abbiamo inoltre cominciato rimediare al degrado in corso, con le misure anti-corruzione ed il decreto dignità». Grillo si dice ottimista sulla durata di questo governo: «Dipenderà da molti fattori. Il principale? Il grado di coesione nazionale. Andare a votare – spiega su America Oggi – non è ricevere un biglietto in prima classe gratis, significa prendere un impegno». Ma non tutti gli attivisti concordano nel considerare quello tra M5s e Lega un connubio vincente. Per Doriana Sarli, la deputata M5s che non ha mai nascosto il proprio dissenso su alcuni provvedimenti targati Lega, è piuttosto un «funerale»: «Vorremmo ricominciare a lavorare come cittadinanza attiva sui problemi». Il collega Riccardo Ricciardi sottolinea la necessità di rimarcare la differenza culturale del Movimento dalla Lega.
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