SCHIAVIZZAVANO I MIGRANTI: ARRESTATI SINDACALISTI E DIRIGENTI COOP
Erano venuti in Italia a lavorare e venivano sfruttati nei campi per dieci ore di fila, senza un attimo di pausa, a meno di 4 euro l’ora. 400 immigrati, in gran parte nordafricani e romeni, illusi dal miraggio del benessere favorito e raccontato da chi con l’immigrazione ci fa soldi a palate, erano sfruttati fino all’ultima goccia di sangue dalla Agri Amici Società Cooperativa di Sezze, in provincia di Latina: una coop di copertura, che nascondeva in realtà una centrale di caporalato.
Fatto gravissimo, chi doveva essere deputato ai controlli delle condizioni lavorative dei braccianti era invece colluso con gli sfruttatori: anche un sindacalista e un ispettore del lavoro accusato di corruzione sono coinvolti nell’inchiesta. I reati contestati dalla procura di Latina agli indagati vanno dall’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro all’estorsione, dal riciclaggio a reati tributari.
La squadra mobile di Latina, in coordinamento con gli uomini del Servizio Centrale Operativo diretto da Alessandro Giuliano, ha smascherato un’associazione a delinquere composta da sei italiani. Questi ultimi sono arrestati per violazione della normativa sul caporalato. In questo momento si stanno compiendo le operazioni di sequestro di decine di automezzi, beni e case degli arrestati per centinaia di migliaia di euro: tutti proventi dei guadagni realizzati illecitamente sulla pelle dei braccianti stranieri.
Agli stranieri non era garantito nulla di quanto prevede il contratto sindacaleminimo per chi presta manodopera nei campi agricoli; venivano ammassati in camion della coop in numero doppio rispetto alla capienza del mezzo e trasportati da un luogo all’altro. L’indagine è durata più un anno e mezzo, ed è il frutto di una stretta su questo tipo di reato voluta dai vertici della Polizia di Stato. Anche questa vota vediamo come l’accoglienza sia un business solo per chi la sfrutta.