Battisti, pronto il dossier per Macron: il piano per riprendere i latitanti

Sono anni che quel dossier continua a ritornare, ciclicamente, sulla scrivania della Francia.

Un elenco di nomi redatto dal Viminale e che include i terroristi (“bianchi, rossi, neri”, dice Salvini) ricercati nel Belpaese per crimini di cui non hanno mai saldato il conto. Latitanti, tecnicamente. Protetti da anni di dottrina Mitterrand come “rifugiati” politici nel Paese d’Oltralpe e mai estradati.

Dopo la cattura di Cesare Battisti, però, Salvini sembra pronto a tornare alla carica con Macron. Non che i rapporti tra i due siano ottimali come quelli con Bolsonaro in Brasile, ma il presidente francese è in evidente difficoltà interna e non è detto che abbia interesse a difendere le ragioni dei protagonisti di vecchie storie di 30 e passa anni fa. E certo a Salvini non dispiacerà di mettere ulteriore carne sul fuoco di un già asserragliato Macron.

Secondo quanto riporta il Messaggero, in queste ore al ministero dell’Interno stanno lavorando a “una nuova documentazione” da inviare alla Francia. Ci saranno tutte le informazioni aggiornate su latitanti e ricercati che il Dipartimento di pubblica sicurezza pensa siano nascosti in Francia. Dovrebbero essere 12 (su 27 in totale, gli altri sono sparsi per il mondo). In fondo ieri è stata la leader del RN, Marine Le Pen, a far intendere che se l’aria politica cambiasse, allora Parigi sarebbe pronta a riconsegnarci gli ex terroristi.

Per ora, però, la Francia mantiene il totale riserbo. “Le richieste di estradizione che riceveremo nei prossimi giorni dalle autorità italiane, saranno oggetto di analisi approfondite, caso per caso, come accade da una quindicina di anno”, ha detto il ministero della Giustizia francese. Secondo i francesi, riporta il Messaggero, “non c’è alcuna lista”. Ed è per questo che il Viminale è pronta a consegnarla alle diplomazie così da eliminare ogni alibi. “Sarà più che un appello, saremo convincenti. Se qualcuno protegge i terroristi, siano rossi, siano neri o bianchi, fa il piacere di restituirli all’Italia”, ha spiegato chiaramente Salvini.

Il piano per riavere i latitanti, dunque, parte dal dossier che metterà in chiaro le situazioni dei diretti interessati. Poi forse le elezioni europee e gli eventuali effetti sulla politica francese potrebbero fare il resto. Come successo per Battisti, che con l’arrivo di Bolsonaro alla guida del Brasile ha visto cadere la sua rete di protezione.

il giornale.it


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