Sissy Trovato, la famiglia non si dà pace: “Vogliamo la verità sulla sua morte”
Dopo 26 mesi di coma, durante i quali è stata licenziata e liquidata con 6mila euro, è morta Maria Teresa Sissy Trovato, l’agente di polizia penitenziaria trovata ferita il primo novembre 2016 da un colpo di pistola alla testa esploso all’interno dell’ascensore dell’Ospedale Civile di Venezia, dove si trovava in servizio per verificare le condizioni di salute di una detenuta che aveva da poco partorito.
Suicidio, incidente oppure omicidio? Che cosa sia successo quel drammatico giorno è un mistero. Che si infittisce, anche se la sua famiglia e sua madre, alla disperata ricerca della verità, non hanno dubbi: “Sissy è stata uccisa perché sapeva troppo“.
Su cosa? Su un losco giro di festini a base di alcol e droga tra agenti e detenute, sul quale l’agente Trovato aveva fatto rapporto ai suoi superiori, secondo le testimonianze choc di un ex detenuta rilasciate a Chi l’ha visto?.
Mamma Caterina e papà Salvatore invocano giustizia: “Noi dobbiamo capire cos’è successo. La Procura di Venezia ha accettato di prolungare le indagini e speriamo che, ora, si decidano a far luce sul serio. Non azzardatevi a parlare di suicidio finché non avremo saputo la verità, fino a quando non avremo chiarito tutti i punti oscuri di questa vicenda”, le loro parole riportate da Il Messaggero.
Dunque, la rabbia verso le istituzioni: “L’hanno abbandonata mentre era in comae lei faceva parte di questo mondo. L’hanno licenziata a febbraio e liquidata con 6.700 euro, questo valeva per lo Stato la vita di mia figlia”.
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