Migrante. Due condanne penali per droga non bastano. I giudici lo difendono: “resta in Italia”.
Di storie assurde e da shock ne vengono fuori ogni giorno. Soprattutto sui migranti e su quella parte della giustizia che lascia molto a desiderare.
Come per l’appunto questa. Due condanne penali per droga non bastano ad attribuire la “pericolosità sociale” ad un migrante che vive in Italia senza un “giudizio concreto”.
Secondo la Cassazione si può rinnovare il permesso di soggiorno pluricondannato, nonostante il parere del Ministero dell’interno e la decisione del 2017 del Giudice di pace di Ancona che aveva ritenuto l’immigrato socialmente pericoloso in seguito alla due condanne per stupefacenti.
La difesa dello straniero ha puntato tutto sulla necessità di avere il permesso di soggiorno per non separarsi dalla famiglia, visto che la sorella era già residente in Italia, nello stesso Comune dove l’uomo vive con le due figlie.
La decisione dei giudici della Cassazione si è basata quindi sulle modifiche del 2007 del Testo unico sull’immigrazione, stabilendo che per ottenere il giudizio di pericolosità sociale e la conseguente espulsione dall’Italia serve la verifica di giudizio effettuato in concreto, che porti a concludere che lo straniero rappresenti una minaccia attuale e reale.
E c’è di più. Come si suol dire: oltre il danno la beffa, visto che Matteo Salvini, come ministro degli Interni, dovrà farsi carico anche delle spese processuali.
Ci rendiamo conto del paradossale? Assurdo!
Fonte: Libero