Giuseppe Conte, il retroscena su Salvini: “I suoi amici burocrati”, la frase coi fedelissimi che lo umilia

Lo sospettava, Matteo Salvini. Dalla manovra Giuseppe Conte è uscito come premier nuovo, più sicuro di sé e convinto di avere un ampio spazio di autonomia in quanto presidente del Consiglio. “E il leghista ha subito capito anche che la sintonia europea trovata con i commissari, arcinemici di Salvini, avrebbe avuto seguito sul dossier immigrazione, da sempre il più divisivo”, scrive un retroscena della Stampa. Tanto che con i suoi collaboratori parla di Conte e dei “suoi nuovi amici burocrati”.  Non un bel segnale.

Lo sconto cruento su Sea Watch e i 15 migranti da accogliere in Italia è la prova della baldanza di Conte, in grado di calpestare i piedi non solo al ministro degli Interni, ma pure alla Lega, in “casa sua” com’è unanimemente concepito dentro e fuori il governo il tema immigrati. A inquietare non è solo lo spostamento di Conte verso il Movimento 5 Stelle o la sua vicinanza a Sergio Mattarella, dati questi quasi messi in conto all’inizio dell’avventura di governo. Piuttosto, per Salvini è grave il ruolo che Conte si è auto-assegnato di “garante della stabilità europea” anche sui migranti.

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