Dario Galli, il retroscena sulla profezia del viceministro leghista: “Dopo le Europee, cambia il governo”
La convivenza nel governo tra leghisti e grillini è ogni giorno più complicata, a tratti impossibile quando i due partiti di maggioranza si ritrovano a cercare un accordo su temi che li vedono su posizioni diametralmente opposte come le grandi opere, che i grillini vorrebbero fermare senza riuscirci, e il reddito di cittadinanza, che stanno costando ai leghisti le critiche di buona parte del loro elettorato perché visto come un regalo ai “fannulloni del Sud”.
I leghisti poi non vanno per il tenero quando si tratta di trovare nomignoli per gli alleati. Mentre la campagna elettorale per le Europee è alle porte, il M5s è costretto puntualmente a tornare sui suoi passi dall’Ilva di Taranto al Tap e le trivelle in Puglia, fino alla Tav Torino Lione. Al punto che i leghisti ormai li chiamano “5 palle”, come riporta Augusto Minzolini in un retroscena sul Giornale.
I rapporti insomma sono al limite dell’esasperazione, descritta in modo plastico dall’espressione del viceministro leghista Dario Galli, che in un colloquio con un esponente dell’opposizione a Montecitorio gli avrebbe detto: “Voi state calmi che alla fine questi pazzi di grillini li manderemo a casa“. Il leghista non ha dubbi su come si trasformerà lo scenario politico di qui a poco: “Ripeto, sull’autonomia di Regioni come il Veneto e la Lombardia non scherziamo. I grillini sono contrari, lo dico senza acrimonia, perché sono un partito meridionalista. Lo sono nella concezione della vita. A questi – dice ancora Galli – non riesci a far entrare in testa un dato: quello che conta è la parte produttiva del Paese. Lo Stato può gestire come vuole le risorse, ma non può aumentare il Pil. Invece, i grillini aboliscono i voucher, tirano fuori il reddito di cittadinanza, cose che non aiutano la parte produttiva del paese. In questo modo l’Italia non va verso la Germania o la Svizzera, ma verso l’Egitto. È la differenza tra noi e loro!”.
Basterà attendere pochi mesi insomma perché la conformazione della maggioranza che sostiene il governo cambierà nella sua sostanza e così anche l’esecutivo, il tutto dopo le elezioni Europee: “Noi avremo il doppio dei voti dei grillini. Ne siamo convinti. E lì dentro cominceranno i processi, le notti dei lunghi coltelli. Insomma le anime del movimento esploderanno e una parte di loro, saranno una cinquantina o più, prenderà un’altra strada. Non saranno gruppi raccogliticci di scappati di casa, ma nuove formazioni. E a quel punto Salvini potrebbe anche essere tentato di mettere in piedi un’altra maggioranza e andare a palazzo Chigi”.