Bagnasco a gamba tesa “Sul dl sicurezza serve un giudizio di coscienza”
“Penso che nessuno voglia essere sovversivo, però ci sono dei problemi che richiedono anche dei giudizi di coscienza”.
Nuova ingerenza del cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente dei vescovi europei, nella politica italiana.
Rispondendo ai cronisti sull’approvazione del Decreto sicurezza, il porporato ha detto che i sindaci “dovranno prendere le loro decisioni, verificarle ai livelli giusti e, comunque, l’obiezione di coscienza è un principio che viene riconosciuto, mi pare”. “L’obiezione di coscienza riguarda obiezioni e valutazioni personali in merito a delle situazioni concrete”, ha spiegato il cardinale, “Ognuno prenderà le proprie decisioni, sempre nel rispetto naturalmente di quello che è l’ordinamento. A me interessa che le persone che hanno un bisogno vero, serio e onesto possano trovare un aiuto. Essendo una cosa personale, bisogna che ognuno pensi a quello che ritiene, ripeto, all’interno dell’ordinamento generale. Penso che nessuno voglia essere sovversivo, però ci sono dei problemi che richiedono anche dei giudizi di coscienza, perché ci sono delle persone che, in modo onesto e serio, magari chiedono aiuto perchè fuggono da situazioni disperate”.
Bagnasco ha poi voluto ricordare l’esempio del Campus di Genova Coronata: “Grazie a chi lo guida, don Giacomo Martino e i suoi collaboratori, ritengo che sia un esempio virtuoso di integrazione”, ha detto, “Perché l’integrazione non è una parola generica: c’è un percorso preciso fatto di borse lavoro, di insegnamento di mestieri, di tirocini. È un esempio a cui ispirarci”.