Paura nei pressi della stazione Tiburtina. I residenti denunciano le tendopoli degli “invisibili”.
Da molto tempo ormai nascono città nelle città. Tende ammassate nelle zone abbandonate nei pressi delle stazioni. Questa volta degrado e criminalità sulla zona Nomentana.
Leggiamo cosa riporta Il Giornale:
“Le tende aumentano di giorno in giorno”, si lamenta una donna che abita accanto alla stazione Tiburtina. Non ci sono solo quelle messe a disposizione dai volontari del Baobab, che ospitano decine di rifugiati e senzatetto. A poco a poco, seguendo il percorso delle rotaie, nascosta tra immondizia, ruderi ed erba alta, appare una città fantasma.
Per raggiungerla i migranti usano le biciclette gialle del bike sharing messe a disposizione dal Comune di Roma. Basta percorrere un piccolo sentiero tra gli arbusti ed eccola, la tendopoli. “Qui dormono una ventina di persone”, ci dice un ventenne algerino mostrandoci le canadesi sistemate sul pavimento di un capannone diroccato.
“Io sto da un’altra parte, vengo solo per caricare il cellulare”, specifica indicando lo smartphone attaccato ad una presa di corrente alimentata da un generatore a benzina. È in Italia da tre mesi. Non parla neppure italiano, invece, una ragazza slovacca. Esce dalla sua tenda per riempire una bottiglia d’acqua. Ci sorride. Poi distoglie subito lo sguardo e si allontana.
Persone di diversa nazionalità, ma i censite. Sono tutti quelli chiamati “invisibili”, che popolano la città e poi si rifugiano di notte nascosti agli occhi di tutti.
Rom, africani e tanti altri arrivati indisturbati nel nostro paese, senza documenti. Questi sono quelli che lavorano indisturbati a danno dei cittadini. Non subiscono arresti e diffondo la criminalità.
Fonte: ilgiornale