Luigi Bisignani fa i nomi: chi è il big del centrosinistra che vuole mettere le mani sul tesoro italiano
C’è una partita pesantissima per il futuro dell’Italia che si gioca lontano dai riflettori, quella per fibra ottica che coinvolge direttamente Tim. E chi ci vuole mettere le mani? Ovviamente, scrive Luigi Bisignani sul Tempo, un mammasantissima del centrosinistra, dal Pci al Pd, bravo a restare sempre a galla dalla Prima alla Terza Repubblica.
Quell’uomo è Franco Bassanini, presidente della società Open Fiber diretta concorrente di Tim. “Il signor Lanzillotta per via della stimatissima moglie – ironizza Bisignani – dopo l’esperienza in Cdp, che Renzi gli stroncò nonostante i suoi piagnistei, oggi si muove sul fronte della fibra”. Alla guida di una azienda “voluta da Renzi principalmente per fare dispetto alla Tim allora in mano aVincent Bolloré“, ora sognerebbe “un suo adepto alla guida operativa di Open Fiber o in qualche posto chiave di Tim, per poterlo poi candidare a capo della società unica della rete, quando si farà la fusione tra la società di Enel-Cdp e la rete di Tim scorporata dalla ex monopolista”.
Un affare miliardario, dai clamoroso sviluppi economici e politici. Chi sarà il prescelto? Bisignani mette il naso in casa Bassanini-Lanzillotta, al Fleming di Roma, “sempre impreziosite dagli amici piddini più cari, da Gentiloni a Padoan e De Vincenti“. E poi i manager: “Da Mario Rossetti, direttore finanziario di Open Fiber, fino a Stefano Lorenzi, ex amministratore delegato di Sirti, e Roberto Sambuco, partner di Vitale & Co., oggi suggeritore del Fondo Elliott”, grande avversario di Vivendi. E ancora, “non manca Luigi Gubitosi“, sullo sfondo della delicatissima guerra morbida contro Bolloré, tra amici comuni e mediatori. “Quanto ai dipendenti Tim, e soprattutto agli utenti – chiosa amaro Bisignani -, nessuno sembra più occuparsene”.