L’ultima crociata M5s: una legge per abolire i giornalisti «nemici»
La campagna contro i giornalisti e gli editori messa in atto dal Movimento Cinque stelle si fa sempre più dura.
Dopo l’ultima stoccata tirata dai media a papà Di Maio i pentastellati sono scesi sul piede di guerra e ora annunciano una legge «contro il conflitto di interessi degli editori».
Il nuovo affondo contro il mondo dell’informazione è arrivato ieri attraverso il Blog delle stelle, con un commento dal titolo «Il quarto potere vuole delegittimare il Movimento 5 Stelle. Io non ci casco».
D’altronde c’era da aspettarselo perché i grillini non si possono toccare. Per loro, in Italia, esistono due categorie di giornalisti: i buoni (pochissimi) e i servi del potere. Tanto che qualche settimana fa proprio sul Blog delle stelle è uscita una lista di cronisti e direttori «cattivissimi». Un affronto a chi si guadagna il pane tutti i giorni che ha fatto infuriare anche Ordine dei giornalisti e Federazione nazionale della stampa, che a più riprese hanno fatto notare la scorrettezza di certe affermazioni.
«Tutte le democrazie moderne si fondano su un principio base che è la separazione dei poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario – si legge nell’articolo sul blog delle Stelle – Questi tre poteri, affinché una democrazia funzioni, devono essere indipendenti l’uno dall’altro». E si citano famiglie potenti e lobby che hanno in mano «il quarto potere». Da annientare, controllandolo. Già nel 2013 questo potere sarebbe stato colpito per la prima volta, quando «il Movimento 5 Stelle, grazie a 9 milioni di voti», ha portato «in Parlamento 150 ragazzi onesti che non dovevano niente a nessuno». Da lì sarebbe iniziata la caccia alle streghe dei media, controllati da «quelle lobby, famiglie di grossi imprenditori e banchieri, che una volta perso il controllo sul potere legislativo ed esecutivo, si è orientata esclusivamente all’uso brutale dell’unico potere che gli è rimasto in mano, il quarto, quello mediatico. E la strategia ha un nome: delegittimazione».
Che colpirebbe a tutti i livelli. «Colpisce – si legge ancora – i nostri sindaci: due anni di fango contro Virginia Raggi. Colpisce i nostri parlamentari. Colpisce i nostri ministri e sottosegretari. Colpiscono anche – si dice poi – Luigi Di Maio in questi giorni, essendo immacolato usano i parenti sbattendo in prima pagina suo padre per storie di 10 anni fa».
Per i pentastellati «la delegittimazione è il metodo utilizzato dai poteri autoritari per far fuori i loro avversari».
Peccato che la delegittimazione sia lo stesso metodo usato dai 5 Stelle per far fuori i giornalisti scomodi.
Perché non raccontano, Di Maio e company come i portavoce di certi loro ministri, quando un giornalista scrive un articolo che non piace, diano l’ordine di non inviargli più comunicati stampa, escludendolo dalle iniziative mediatiche e, addirittura, bloccando il numero di cellulare dello stesso in modo da rendersi irreperibili?
O come mai sul Blog delle stelle (blog, appunto), appaia la scritta «magazine» che imporrebbe, anche a causa della regolare pubblicazione di articoli, la registrazione quale testata giornalistica? O, ancora, come mai un portavoce di un premier (Casalino) deferito dall’Ordine dei giornalisti al consiglio di disciplina per la registrazione di un audio in cui offendeva vecchi e handicappati non si sia ancora dimesso?
D’altronde, l’abolizione dell’Odg è già sul tavolo di governo da tempo. In tipico stile grillino: ciò che non si può comandare si mette a tacere.