A 18 anni si prende cura dei genitori malati e della sorella: Roberto è il “cittadino dell’anno”
La sveglia di Roberto suona ogni mattina alle 7. Dopo essersi alzato, prepara la colazione per la famiglia, poi bussa alla porta della camera dei genitori e della sorella. La madre ha una grave patologia articolare, il padre ha avuto un infarto, la sorellina Michela, di 11 anni, ha una sindrome autoimmune difficile da gestire. Così Roberto, a 18 anni, è diventato il capofamiglia, si occupa di tutto in casa, di compiti che difficilmente spettano a un figlio. Il Comune di Spino d’Adda ha deciso di premiare il suo quotidiano impegno con il titolo di “cittadino dell’anno”.
Si legge sul Corriere:
Roberto era in seconda elementare: occorreva diventare grandi alla svelta. “La vita ti insegna tutto, anche ad arrangiarti. Ho cominciato a fare quello che fanno tutte le madri: di mattina mi sveglio e vado da mia mamma, se sta male sto a casa da scuola e resto con lei. Da piccolo, nelle emergenze, chiamavo mio padre al lavoro, parlavo con i suoi colleghi e gli chiedevo di tornare”. Una vita dedicata ai suoi: adesso il capofamiglia è lui. “Ogni settimana vado al supermercato. In bicicletta, però, perché non ho ancora la patente. Poi mi occupo della casa, faccio le pulizie e spesso cucino. E poi ci sono le bollette da pagare, le commissioni in farmacia: anche a quelle penso io”.
Ha smesso di giocare a calcio, per non pesare sulle spalle dei suoi. Roberto da figlio, diventa padre, dei suoi genitori e della sorella minore. Ogni sera controlla il diario di Michela, per assicurarsi che abbia fatto i compiti, va ai colloqui con i professori, si inorgoglisce quando la ragazza porta a casa ottimi risultati.
>”In una società che crede i ragazzi svogliati, Roberto è l’esempio che esistono giovani silenziosamente presenti”, spiegano il sindaco di Spino d’Adda Luigi Poli e l’assessore Eleonora Ferrari.