L’inchiesta SHOCK svela l’ipocrisia di Asselborn. Pur di arricchirsi, accoglie migranti riducendoli a schiavi. Ecco cosa nascondeva

Jean Asselborn, il socialista amico dei migranti, è da 14 anni ministro degli esteri di uno Stato dove l’accoglienza riguarda più le grandi multinazionali inseguite dal fisco che non i disgraziati in fuga da guerre e carestie.

Asselborn, del resto, incarna alla perfezione l’ipocrisia lussemburghese. L’ipocrisia di chi, nel nome della solidarietà, apre le porte a masse di disgraziati da utilizzare come nuovi schiavi al servizio dei grandi gruppi internazionali.

Il benessere del Granducato, grazie al lavoro dei migranti-schiavi, deriva da una legislazione voluta dall’attuale Presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker, e il Partito Operaio Socialista del buon Asselborn.

In nome di quest’alleanza, Asselborn ha studiato una legislazione che garantisse cospicui risparmi fiscali alle grandi multinazionali in cambio di una sistematica frode ai danni degli altri Paesi europei.

Il Lussemburgo resta oggi la sede legale preferita dalle grandi multinazionali impegnate a eludere le imposte nazionali. Prima fra tutti quell’Amazon che scegliendo come sede un Granducato dove il livello di tassazione non supera il 6 per cento ha sottratto al fisco statunitense centinaia di milioni di imposte annue.

Un trucchetto non sfuggito all’occhio lungo di Washington che ha preteso da Amazon un miliardo e mezzo di dollari in tasse sui proventi occulti generati grazie agli accordi con il Granducato. Grazie all’accoglienza riservata alle multinazionali alla ricerca di tassazioni agevolate il Lussemburgo dei vari Asselborn e Juncker si è trasformato in un’autentica Tortuga dell’evasione fiscale.

Un lavoro infimo e segreto, ma studiato ad arte grazie al quale questo piccolo stato, grande meno della metà della provincia di Roma, ha attratto oltre 2.100 miliardi di euro di capitali esteri custoditi in oltre 140 istituti bancari. E bravo Asselborn! E dire che il cattivo di turno era Salvni. Roba da matti.

Fonte: Il Giornale

 

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