Ma colpire chi ha più soldi non aiuta la nostra economia
C’è purtroppo aria di patrimoniale per evitare le sanzioni di una procedura di infrazione europea, comminate, se non riduciamo il debito pubblico, in modo adeguato, diminuendo il fabbisogno del bilancio di cassa del 2019 e dei due anni successivi.
La Commissione europea nell’inverno del 2011 suggerì al governo Monti la patrimoniale sugli immobili. Adesso il fallimento dell’asta dei Btp, induce a pensare a un prestito forzoso a carico degli italiani detentori di ricchezza finanziaria, se non a un prelievo fiscale, come quello di Giuliano Amato nel 1992, sui depositi bancari. Ciò potrebbe servire a ridurre il fabbisogno di Tesoreria per il bilancio 2019-2021. Mentre per il 2019 è possibile ridurlo spostando al secondo semestre le erogazioni per reddito di cittadinanza e pensionamenti con quota 100, ciò non è possibile per gli anni seguenti – se non s’adottano contenimenti strutturali – perché alla spesa per il 2019 delle due misure si aggiunge la nuova. Per «quota 100» il fabbisogno di cassa si può limitare con una nuova «Ape». E la percentuale di chi sceglierà il prepensionamento sarà, comunque, contenuta dal fatto che esso comporta una minore pensione. La botta finanziaria sta nel reddito di cittadinanza, per il quale Di Maio ha annunciato che i beneficiari a regime, sarebbero tre milioni. Il costo minimo di ciò è 30 miliardi annui e non 10 come nel 2019. Conte e Tria su questo fronte non possono dare concessioni rilevanti alla Commissione europea. Questa potrebbe, però, accettare uno scambio fra maggiori investimenti di interesse europeo come la Tav e meno spese correnti, a deficit formale invariato, sia perché ciò accresce la sostenibilità del nostro debito in futuro, aumentando il nostro Pil e la nostra produttività e sia perché l’erogazione di cassa per le grandi opere si diluisce nel tempo. Ma questo scambio ideologicamente è avversato dai 5 stelle. La sola soluzione che resta ai due negoziatori, Conte e Tria, è quella di ricavare 18 miliardi di cassa, un punto di Pil con l’alienazione di immobili pubblici: un progetto irrealistico nella situazione di incertezza attuale sula convenienza di investire in Italia. Cinicamente Bruxelles porrebbe sostenere che il prestito forzoso potrebbe convenire ai risparmiatori italiani, in quanto serve a ridurre il debito e perciò lo spread, dato che, secondo i calcoli della Banca d’Italia, il calo dei prezzi delle attività finanziarie nei primi sei mesi dell’anno «ha determinato una riduzione del valore della ricchezza delle famiglie italiane del 2 per cento, poco meno di 85 miliardi» rispetto alla fine del 2017. Per la prima parte dell’anno, sino a settembre, e 60 miliardi ulteriori per il restante periodo: in totale di 145. Ma il vampiro che ha assaggiato il sangue, poi ne ha bisogno di altro. Le social card del reddito di cittadinanza hanno bisogno di sangue finanziario fresco. Questa prospettiva mette i brividi. Urge dare risposte sane e credibili ai cittadini italiani prima ancora che all’Europa.
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