La giustizia all’italiana: oltre un’udienza su dieci salta per assenza del magistrato

Ci sono tanti, storici, cronici e irrisolti motivi per i quali la macchina della giustizia italiana è lenta e farraginosa.

Uno di questi, per esempio, è il fatto che non poche volte i magistrati non si presentano alle udienze: nel 12,6% dei casi, infatti, le udienze saltano per l’assenza della toga.

A fornire i dati, come scrive Il Messaggero, ci ha pensato l’Unione camere penali insieme a Eurispes, svolgendo anni fa uno studio volto ad analizzare cosa c’è che non va nei tribunali d’Italia.

Ed è stato scoperto che “su 12.918 processi monitorati, ben il 12,4% viene rinviato per assenza del giudice titolare, lo 0,2% per quella del pm e l’1,5% per la cosiddetta precarietà del collegio ovvero perché uno dei giudici è in attesa di trasferimento”. Poi, oltre agli stratagemmi degli avvocati per allungare l’iter, e prendere tempo, tra i motivi dei ritardi c’è anche la mancata convocazione dei testimoni, cosa che avviene nel 9,4% dei casi. Non poco,. Poi ecco l’insorgere di problemi organizzativi (6,8%), come la mancanza di un’aula, di un traduttore o di un interprete; l’esigenza di difesa (6%), il legittimo impedimento del legale (5%) e quello dell’imputato (2,6%). Infine, il caso a parte delle prescrizioni, che rappresenta circa il 7-8% delle sentenze di primo grado.

Giandomenico Caiazza, presidente delle Camere penali, racconta: “Mi rendo conto che i dati non sono recenti, stiamo parlando del 2008, anche se da gennaio appronteremo gli strumenti per fare una nuova valutazione nel 2019, ma io ho l’impressione che i numeri siano ancora attuali e non riceveremo grandi sorprese”. Il motivo? “Da tempo la giurisprudenza ha svuotato o limitato fortemente tutte quelle fasi in cui erano gli avvocati ad allungare i tempi. È il caso della rinnovazione del dibattimento quando cambia il collegio: non è più possibile ascoltare tutti i testi da capo, i nuovi giudici si devono accontentare della conferma in aula di quanto è già a verbale e gli avvocati possono fare solo domande integrative”.

il giornale.it

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