La nuova Lega non piace agli imprenditori del Nord: “Noi vogliamo l’autonomia”
Dal Nord i segnali non sono buoni per Matteo Salvini. Lo scontento serpeggia tra gli imprenditori e i leghisti delle regioni settentrionali e il rischio per il leader del Carroccio è perdere consensi a casa sua. I vertici della Lega sanno benissimo del rischio di rimostranze e proteste e per questo, riporta Repubblica, stanno disertando diversi eventi organizzati per lo più dal mondo delle imprese.
Per esempio a Padova erano previsti Massimiliano Fedriga, Giancarlo Giorgetti e Luca Zaia ma tutti e tre hanno dato forfait. A Brescia stessa scena: non era presente nessun membro del governo. La Lega che al Nord ha il suo serbatoio elettorale più consistente, se si considera che Nord Ovest, Lombardia e Triveneto valgono quasi metà del Pil italiano, sta creando nervosismo con scelte non in linea con il suo elettorato: decreto dignità, Def, tensioni con l’Europa, manovra economica, termovalorizzatori. Imprenditori, artigiani, commercianti, sono tutti sconcertati.
Roberto Maroni è preoccupato: “Non è un complotto, non è la congiura delle élite, né la picca degli apparati confindustriali. È il Nord che lavora, tradizionalmente filogovernativo, che reagisce perché è deluso e angosciato per il futuro. Questo governo sta facendo l’esatto opposto di ciò di cui le imprese hanno bisogno”. Dello stesso avviso Luciano Vescovi, presidente degli industriali di Vicenza: “Arrabbiati? Un eufemismo. Qui si vedono una serie di azioni prive di senso, frutto di incompetenza e confusione. Quanto tempo ha dedicato il ministro dello Sviluppo Economico alle imprese? Quante aziende ha visto in sei mesi? Con quanti imprenditori ha parlato a quattr’occhi?”.