Adesso lo dice anche la Fedeli: “Negoziammo la flessibilità con i migranti”
“Nel 2014-2016, durante il governo Renzi, si decise che gli sbarchi di migranti avenissero tutti quanti in Italia.
Lo abbiamo chiesto noi, l’accordo l’abbiamo fatto noi, violando di fatto Dublino”. E ancora: “Renzi ha barattato i soccorsi in cambio della flessibilità sui conti”. Così Emma Boninodiceva più di un anno fa – in un’intervista a Il Fatto Quotidiano – confermano lo scellerato accordo dell’allora governo con l’Unione Europea. Accordo che Matteo Renzi ha sempre negato, attaccando nei mesi scorsi Luigi Di Maio e Toninelli che gli rinfacciarono l’intesa.
Già, perché su Facebook l’ex premier scrisse: “Due ministri del governo italiano, Luigi Di Maio e Danilo Toninelli, continuano a mentire anche oggi a proposito di flessibilità europea e immigrazione. Quei due o sono bugiardi o sono ignoranti, nel senso che ignorano i fatti”.
Per l’ex segretario del Partito Democratico la flessibilità sui conti italiani era parte integrande dell’accordo politico per eleggere Jean Claude Junker come presidente del Parlamento Europeo: “Non c’ entra nulla con le politiche migratorie. Nulla. Era un accordo politico di risposta all’ austerità del Fiscal compact”.
In pochi gli credettero e negli ultimi giorni lo ha smentito anche un altro ministro del suo governo, nonché membro del suo partito. Chi? Valeria Fedeli. L’ex ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, in occasione di un suo intervento come ospite a Tagadà, su La7 – come scrive Francesco Borgonovo per La Verità – è tornata sulla spinosa vicenda. E lo ho fatto dicendo le seguenti parole: “Giustamente abbiamo negoziato la flessibilità, ma perché facevamo un’operazione sugli immigrati. Giusto o sbagliato, noi abbiamo negoziato lì, con un elemento di negoziazione della flessibilità. Ed è una delle cose che diciamo attualmente al governo: negoziate alcuni elementi”.
Insomma, il governo Renzi si offrì di accogliere massivamente e indiscriminatamente i migranti in arrivo sulle coste italiche in cambio di flessibilità sui conti pubblici italiani.