Stangata fiscale dall’Ue: L’Italia dovrà pagare l’Ici non versata dalla Chiesa. E l’importo fa tremare il governo gialloverde.
I guai non arrivano mai da sola. Ma la batosta che colpisce il governo non è da poco. L’Europa è un cane rabbioso contro l’Italia.
Si rischia davvero il collasso. A procurar danni è la Chiesa che dal 2008 non ha versato l’Ici e l’importo richiesto oggi è pari a 5 miliardi di euro.
I dettagli su Il Giornale:
Una vecchia questione, quella delle esenzioni fiscali garantite agli immobili di alcuni enti, come quelli ecclesiastici, adibiti a scuole, strutture ricettive, assistenziali e sanitarie, sulla quale si è pronunciata la Corte di Giustizia europea annullando le precedenti decisioni della Commissione e del Tribunale Ue che andavano in direzione opposta avendo sancito l’impossibilità di recuperare quelli che ora sono stati riconosciuti come aiuti di Stato e in quanto tali illegittimi, a causa della difficoltà di valutare retroattivamente il tipo di attività svolta negli immobili di proprietà degli enti non commerciali, sia religiosi sia no profit.
Questa volta, invece, i giudici hanno ritenuto che tali circostanze costituiscano mere «difficoltà» interne all’Italia e hanno accolto il ricorso, promosso da una scuola elementare Montessori di Roma sostenuta come «battaglia di diritto» dai Radicali, stabilendo di fatto che l’Ici non versata vada recuperata.
Un compito che adesso spetta al governo, il quale dovrà intervenire con un provvedimento ad hoc, prima di tutto individuando quali sono le attività che possono davvero considerarsi senza fini di lucro e poi le modalità per andare a batter cassa lì dove non lo fossero.
E’ stato un ricorso presentato da una scuola ad alzare il polverone. E giustizia sia fatta. Le attività religiose uguali a quelle di comuni commercianti non possono essere esentate dalle tasse. Sarebbe ingiusto. E così inizia la battaglia della Corte dei Conti.
Il recupero, si chiede, che sia veloce altrimenti i radicali sono pronti a denunciare la Repubblica Italiana. La legge vale per tutti e anche per la Chiesa.
Fonte: ilgiornale