Caso Cervia: il ministero della Difesa ammette gli errori dello Stato
Il 12 settembre 1990 Davide Cervia scomparve misteriosamente a Velletri.
Di recente il ministero della Difesa è stato condannato a risarcire i familiari per avere violato il loro diritto alla verità.
La condanna prevista era il pagamento di un euro simbolico, ma il precedente governo aveva impugnato la sentenza.
L’attuale ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha disposto di non dar seguito a quel ricorso e di riconoscere gli errori dello Stato.
Riguardo alla scomparsa di Cervia, inizialmente si pensò ad un allontanamento volontario, ma due testimoni riferirono di aver assistito al rapimento.
La famiglia ipotizzò che il sequestro fosse da ricondurre alle sue conoscenze tecniche e militari. Cervia era infatti un sergente esperto in guerra elettronica con la qualifica Ete/Ge.
Nel 2000, la Procura generale presso la Corte d’appello di Roma confermò l’ipotesi del rapimento ma archiviò il fascicolo per l’impossibilità di individuare i colpevoli.
Nel 2012 la famiglia in sede civile fece causa al Governo e lo scorso gennaio il ministero della Difesa venne condannato al risarcimento di un euro.
Secondo tribunale la Marina non avrebbe fornito informazioni tempestive, esatte e complete che avrebbero potuto salvare la vita dell’ex militare.
Ascolta l’audio integrale: