Sindacati usati come bancomat: sequestrati beni per 5 milioni, tra cui la Palmese calcio e alcuni Caf!

Con i soldi dei sindacati finanziavano viaggi all’estero, l’acquisto di gioielli, immobili e auto. Ma anche la squadra di calcio Palmese che milita in Serie D. La cricca è stata scoperta dalla guardia di finanza e dalla Procura di Palmi che ha chiesto e ottenuto dal gip un sequestro preventivo di beni per circa 5 milioni di euro. Oltre alla società sportiva, un terreno e due fabbricati, le Fiamme Gialle hanno applicato i sigilli a numerose attività commerciali, Caf e associazioni sindacali con sede in Calabria, a Milano e a Roma. Nella capitale è stata sequestrata anche la Federazione Lavoratori Agricoli Padani. Le accuse contestate dal procuratore Ottavio Sferlazza e dal pm Anna Pensabene sono truffa aggravata ai danni dello Stato, falso, impiego di denaro di provenienza illecita e autoriciclaggio.
Gli indagati sono dodici: Domenica Bagalà, Antonio e Giovanni Bonaccorso, Giuseppe Carbone, Aurelio e Vincenzo Cristofaro, Concetta Filippone, Rosanna Esposito, Salvatore Calabria, Francesco Lo Vecchio, Alessandro Taverna e Claudio Castaldo. In sostanza, attraverso i centri di assistenza fiscale, il sodalizio criminale distraeva grosse somme di denaro, pubblico e privato, che doveva, invece, per legge essere trattenuto dall’Inps ai soggetti iscritti ai sindacati. Stessa fine facevano le quote versate dagli associati. Soldi che, attraverso transazioni finanziarie, finivano nei conti correnti degli indagati.
Secondo la guardia di finanza, la cricca violava “sistematicamente il cosiddetto vincolo di destinazione del patrimonio”. I conti correnti dei sindacati erano diventati una sorta di “bancomat” che serviva a soddisfare le esigenze personali degli indagati che, stando all’inchiesta, avrebbero reiterato condotte di abusiva attività finanziaria. I soldi dei sindacati, infatti, venivano concessi in prestito a terzi soggetti e impiegati in attività economiche come un bar, un ristorante e un centro fisioterapico. I soldi delle trattenute Inps e delle quote degli iscritti servivano pure per la gestione della Palmese, il cui vicepresidente è l’indagato Giuseppe Carbone, fino a poche settimane fa presidente della squadra di calcio.

 

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