Merkel all’attacco. Smascherata. Ecco cosa stava progettando per mettere in ginocchio l’Italia.
Chi ipotizzava un dietro front delle Cancelliera Angela Merkel dopo le sue dichiarazioni di un abbandono della scena politica, dovrà ricredersi.
Si, perché la tedesca non intende mollare la presa sull’Italia e sul governo gialloverde. “Credo che non sia cambiato nulla in relazione alla capacità di negoziare in materia di questioni internazionali”, aveva detto.
Sembra, infatti, che i tedeschi siano passati a un piano successivo per indebolire la figura di Giuseppe Conte in Europa: dopo gli attacchi verbali, hanno iniziato con le ritorsioni economiche per mettere in ginocchio il nostro sistema.
Nelle ultime ore i tedeschi stanno lavorando all’ennesima spallata usando le leve economiche. Ovviamente gli input non arrivano dal governo, ma l’obiettivo sembra il medesimo. Così, dopo che lo Spiegel ha sbattuto in copertina la moneta da un euro stritolata dal Tricolore italiano (“La prossima crisi del debito minaccia l’Europa”), gli attacchi si sono fatti via via sempre più serrati.
L’ultimo è stato sferrato dalla Lufthansa che ieri ha deciso di abbandonare la partita per Alitalia addossando tutte le colpe al governo italiano. La compagnia tedesca ha, infatti, fatto sapere di non aver “alcun interesse” a partecipare ad una cordata per la ex compagnia di bandiera che includa il nostro esecutivo.
Qualche ora prima la stoccata era arrivata da uno degli economisti di punta della Bundesbank. Sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung Karsten Wendorff, responsabile per il dipartimento delle finanze pubbliche della banca centrale tedesca, è arrivato a proporre un prelievo forzoso dai conti correnti degli italiani per dimezzare il debito pubblico del Belpaese.
La lettera inviata ieri dalla Commissione europea al ministero dell’Economia italiano è stato solo il primo passo. La Germania fa pressioni per puntellare il governo Conte.
Di sicuro la Germania farà di tutto per contrastare l’esecutivo. Ma in Italia siamo convinti di potercela fare, ancora una volta.
Fonte: Il Giornale